Seguici su

Cultura

Quando il teatro nasce in carcere, anche ad Agosto. L’esempio di Torino

In carcere, il mese di agosto è un lasso di [non]tempo ancora più difficile da far passare, durante il quale l’ordinaria routine delle attività (scuola, corsi, laboratori, ecc…) si sospende

Gabriele Farina

Pubblicato

il

TORINO – La situazione nelle carceri italiane è drammatica e ve ne diamo conto ormai quasi quotidianamente, anche solo limitatamente a quanto accade nelle carceri del Piemonte. Sovraffollamento e personale insufficiente hanno portato ad una situazione estrema diffusa, che ha bisogno di urgente soluzione. Solo qualche giorno fa vi abbiamo proposto un’intervista con la garante dei detenuti Monica Gallo.

C’è però da dire che c’è già chi lavora con forza e passione perchè nelle carceri le condizioni di vita siano più accettabili o quanto meno si trovi un sospiro di speranza, perchè si possa crescere anche in situazioni estreme come quella della detenzione, senza mai dimenticare che nell’ordinamento italiano il carcere dovrebbe essere riabilitativo e non punitivo. Un luogo dunque dove imparare, formarsi e tornare nella società come un cittadino utile alla comunità.

Il teatro in carcere a Torino

Tra le attività che hanno come obiettivo cultura e riabilitazione annoveriamo con piacere un laboratorio di teatro (performing art) che l’Associazione Avvalorando sta sviluppando nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino. Un progetto biennale che ha visto la luce ad aprile, con la presenza di cinque giovani. Oggi, agosto 2024, i partecipanti al progetto sono 7/8, dopo le inevitabili difficoltà di adattamento iniziale.

Gli incontri sono a cadenza settimanale e stanno proseguendo anche durante il mese di agosto, tradizionalemte più difficile e quest’estate in maniera particolare. Il laboratorio è portato avanti dagli operatori Alessandro Di Mauro, Yuri D’Agostino, Raffaele Musella, Monica Battaglia e Carolina Dardano.

L’obiettivo sarà quello di portare in scena, in un teatro torinese, l’opera al cui allestimento di volta in volta il gruppo, mutevole nel tempo, lavorerà.
L’obiettivo più ambizioso però sarà, come si legge nel progetto iniziale, “il risveglio emotivo dei ragazzi, reso possibile grazie al “lavoro del teatro”, affinché possano giungere a sentire il loro “dentro”, riuscire ad aderirvi e possano provare a farlo risuonare anche al di “fuori” di loro stessi“.

Arte in carcere

Al teatro si aggiunge (ma le due cose vanno di pari passo) un laboratorio artistico, proposto in collaborazione col MAU – Museo di Arte Urbana di Torino. Un murale da dipingere a
cura dell’artista Francesca Nigra al padiglione F (femminile) con il coinvolgimento delle
detenute, dove c’è anche l’idea di portare il laboratorio teatrale.

Agosto in carcere

Chiudiamo questo articolo che vuole essere il racconto di un progetto positivo e una voce di speranza nel futuro con le parole che l’Associazione Avvalorando ha usato sui suoi social per raccontare l’agosto in carcere.

In carcere, il mese di agosto è un lasso di [non]tempo ancora più difficile da far passare, durante il quale l’ordinaria routine delle attività (scuola, corsi, laboratori, ecc…) si sospende, lasciando così che in questo [non]luogo vi sia più spazio per la solitudine, il caldo e il silenzio che diventano talvolta insopportabili.

Da qui l’obiettivo (raggiunto) di proseguire con il laboratorio teatrale anche in agosto: “Quest’anno noi ci saremo con un laboratorio teatrale partecipato e “musicato” con l’obiettivo d’instaurare relazioni e attribuire significati alle storie personali e collettive di coloro che vorranno farne parte“.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *