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Visita al carcere di Torino: 1500 detenuti su una capienza di 1100

La violazione di quanto previsto dalla nostra costituzione è palese ed evidente, un carcere così oggi produce insicurezza e disagio, che ricade su tutti coloro che vivono o lavorano al proprio interno

Gabriele Farina

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TORINO – “Abbiamo aderito all’iniziativa di Movimento forense e Nessuno tocchi Caino per la visita nelle carceri italiane nella settimana di Ferragosto. Il caldo torrido e il periodo di ferie estivo rende ancora più drammatica la situazione degli istituti di pena, con le inadeguatezze infrastrutturali, di sovraffollamento, e le carenze di personale ormai endemiche”. Sono parole di Anna Rossomando, Vicepresidente Senato, Chiara Gribaudo, vicepresidente Commissione Lavoro Camera dei Deputati e Nadia Conticelli, consigliera regionale Piemonte, che oggi hanno partecipato ad un sopralluogo al carcere Lorusso e Cutugno di Torino.

“Al Lorusso Cutugno di Torino su una capienza teorica di 1100 posti oggi sono 1500 le persone detenute, – raccontano – compresi i semiliberi che lavorano all’esterno ma dormono in carcere, con 200 agenti di polizia penitenziaria in meno rispetto all’organico previsto, a cui si aggiunge il periodo di ferie e il turn-over. Gli ultimi invii del governo sono bastati appena a coprire i trasferimenti”.

“Abbiamo visitato padiglione femminile e il piano terra del padiglione B, oltre ai locali dell’accoglienza e dell’immatricolazione. Non è stato possibile ancora una volta avere accesso al padiglione C, dove le condizioni risultano più precarie e pressanti sia per i detenuti sia per i lavoratori della polizia penitenziaria”.

Le misure alternative e i percorsi di reinserimento restano un miraggio, legato anche alle carenze di organico e alla mancanza di volontà politica di investire su percorsi reali di recupero, mentre aumenta anche il numero dei bambini detenuti con le madri ad oggi 6 a Torino”.

“La presenza di un’area sanitaria di una sezione per la salute mentale fa sì che su Torino si concentri una elevata quota di popolazione carceraria con problemi di salute, che risente le stesse lungaggini e carenze dei cittadini piemontesi rispetto ad analisi e approfondimenti specialistici, ma che in carcere diventano più drammatiche e insostenibili”.

“La violazione di quanto previsto dalla nostra costituzione è palese ed evidente, –  concludono in maniera dura – un carcere così oggi produce insicurezza e disagio, che ricade su tutti coloro che vivono o lavorano al proprio interno”.

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