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Cronaca

Caminada dice addio all’eredità del filosofo Gianni Vattimo: per il tribunale di Torino “è indegno”

L’eredità andrà a due cugine di primo grado di Vattimo

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TORINO – Gli ultimi anni della vita del filosofo Gianni Vattimo sono stati molto travagliati. Ma un ulteriore capitolo della sua storia si è concluso in questi giorni, quando il giudice del tribunale civile ha deciso di accettare la richiesta della procura di Torino di escludere Simone Caminada, assistente di Vattimo scomparso lo scorso settembre a 87 anni, dalle questione testamentarie.

L’assistente e compagno del filosofo è stato ritenuto “indegno” di ricevere la sua eredità che invece – secondo quanto riportato da Torino Today – andrà a due cugine di primo grado di Vattimo. Si tratta di un patrimonio di circa 400 mila euro tra polizze vita e conti bancari, oltre all’appartamento nel centro di Torino con i libri e l’arredo. Rimane invece aperta la questione dell’eredità culturale conservata in Spagna: l’accordo che ha affidato all’ateneo catalano l’archivio con dispense, lezioni e appunti di Vattimo scadrà nel 2036, e a quel punto le eredi dovranno decidere il da farsi.

La condanna per circonvenzione di incapace

Già lo scorso anno, Simone Caminada, compagno, amico e assistente del filosofo Gianni Vattimo, era stato condannato a due anni di carcere per circonvenzione d’incapace.

La procura di Torino aveva chiesto una condanna a quattro anni di carcere per il 38enne. La tesi era che l’uomo abbia approfittato delle condizioni di fragilità del filosofo. Il pm Dionigi Tibone, che sosteneva l’accusa insieme alla collega Giulia Rizzo, ha affermato che Vattimo versava in uno stato di “totale dipendenza psicologica da Caminada, misto alla paura della solitudine e alla consapevolezza di non poter più provvedere a se stesso”.

La circonvenzione di incapace di fatto annulla il testamento del filosofo e per Caminada è stata infine letta la condanna a 3 anni e 10 giorni per un cumulo di pene con l’affidamento in prova, svolgendo lavori di pubblica utilità.

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