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Cronaca

Giornalista aggredito a Torino, il circolo frequentato dai militanti replica: “Basta bugie!”

Intanto continuano le indagini della Digos di Torino

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TORINO – Non si placano l’indignazione e la solidarietà intorno al caso del giornalista del quotidiano La Stampa, Andrea Joly, aggredito nella notte di sabato a Torino, davanti al circolo Asso di Bastoni, in via Cellini, notoriamente frequentato da militanti di circoli di estrema destra e in cui si stava tenendo una festa di Casa Pound, con tanto di fumogeni e fuochi d’artificio.

Non si placano, però, neanche le polemiche. E a prendere la parola, tramite un lungo post social, è proprio il circolo torinese che scrive:

Nel polverone mediatico quasi tutti hanno preso posizione a difesa della “libertà di stampa”.

Per esempio noi abbiamo sempre sostenuto che la stampa debba essere libera, anzi abbiamo più volte denunciato che così non è, visto che i gruppi editoriali sono ormai SPA sostenuti da sponsor privati che, spesso, guidano la direzione (anche politica) degli articoli. E siamo anche contro la censura, cosa che tanti a favore della “libertà” invece ora invocano.

Per noi tutti hanno il diritto di professare il proprio pensiero? Si, e lo testimoniano i tanti relatori invitati in questi anni e i rapporti con i giornalisti che abbiamo sempre avuto.
Anzi, siamo noi spesso i “censurati” dai giornali, dai social e via dicendo, e non abbiamo mai chiesto una censura per qualcun altro.

Proprio a difesa della “libertà di stampa” bisogna però cercare la verità. Essendo ormai appurato che il “giornalista” non si fosse qualificato come tale (e che era anche poco lucido, anzi in stato “alterato”), come avrebbe fatto qualcuno ad aggredirlo perchè giornalista? Cosa c’entra il giornalismo?

Ma soprattutto come mai i video online sono tagliati su due momenti differenti (uno vicino al circolo, l’altro a 30 metri) e non c’è alcun video che mostra che il “giornalista” è andato in escandescenza, insultando e spintonando?

Inoltre ricordiamo che ci sono leggi anche su foto e video alle persone – anche su strada pubblica – e la privacy è tutelata. Anche questo è un reato. Perché faceva foto e video ai partecipanti (ribadiamo tra cui anche bambini e minorenni) e non ha da subito detto di voler fare un articolo di giornale? Non ci sarebbe stato nessun problema e sarebbero anche state rilasciate dichiarazioni, come è stato sempre fatto.

Invece no, ha cercato il litigio e lo diciamo senza timore di smentita: la verità verrà a galla piano piano, ma se si parla di libertà di stampa occorre anche raccontare i fatti per come sono stati. Chi non interverrebbe se uno stesse facendo una foto – magari coi figli – mentre uno sconosciuto lo fotografa e filma?

Ribadiamo che il clima è stato sempre di assoluta Festa, come da 16 anni. I momenti di tensione sono stati sempre pochissimi in ben 5850 giorni di attività. Molti meno di qualunque altro locale “pubblico” o discoteca o centro sociale, per cui la “criminalizzazione” di un intero movimento è completamente insensata.

Vogliamo ribadire che nessuno ha interesse ad aggredire qualcuno ma, anzi, il Circolo è attivissimo nella cultura (può piacere o meno, ma è così…), nella solidarietà e nel sociale. Ma non solo: tantissimi nel quartiere si sono rivolti a noi negli anni per il sempre maggior degrado della zona tra pusher, macchine sfondate e aggressioni. Con cui abbiamo organizzato manifestazioni nella zona, abbandonata dalle stesse istituzioni che ora invece tornano a scoprire che esiste…

Basta bugie!

L’invito di Casa Pound

Sugli eventi avvenuti a Torino è intervenuta anche CasaPound Italia che ha invitato pubblicamente il giornalista Andrea Joly a un dibattito sulla violenza politica durante la festa nazionale, Direzione Rivoluzione, dal 5 all’8 settembre a Grosseto.

“Se Joly non cerca solo visibilità ma vuole esprimere le sue opinioni sul nostro movimento, lo invitiamo a farlo direttamente con noi, presentandosi a una festa qualificandosi e senza filmare di nascosto anche i minori presenti. In questi anni, le nostre porte sono sempre state aperte per dibattiti con giornalisti noti come Mentana, Formigli e Sansonetti”.

Le indagini della Digos

Nel frattempo, continuano senza sosta le indagini della Digos di Torino che, già nella giornata di ieri ha individuato due militanti di Casa Pound quali presunti autori dell’aggressione ai danni del giornalista Andrea Joly. Si tratta di un 45enne e un 53enne riconosciuti dal cornista stesso.

I due sono stati denunciati per lesioni personali collegate all’aggravante del reato commesso “per agevolare l’attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi” che abbiano tra i loro scopi “la discriminazione o l’odio etnico, nazionale, razziale o religioso”.

Gli investigatori stanno adesso cercando di identificare anche gli altri militanti, sarebbero stati almeno in sette ad aggredire Joly.

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2 Commenti

1 Commento

  1. Avatar

    Adriano Esposito

    22 Luglio 2024 at 21:22

    infami e vigliacchi come sempre

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    Marco Chisotti

    23 Luglio 2024 at 5:52

    Personalmente credo che la ricerca della cosiddetta verità debba essere dialettica e dunque l’articolo ci sta, vanno ascoltate tutte le voci perché la mistificazione e l’inganno sono strumenti costantemente utilizzati anche dalla stampa. Un fatto non è come e come lo dici, come lo racconti, dipende da troppi elementi per poter essere connotato di verità. Purtroppo ci vanno di mezzo molto spesso le persone e questo è doloroso per le persone stesse per la vita umana. La verità però è un inganno, la verità non esiste e l’invenzione di un bugiardo diceva un importante fisico del secolo scorso Heinz von Foerster che purtroppo era dovuto scappare in America per evitare di finire nella violenza, nell’incomprensione, nell’olio di quel momento di attrito che diventa scontro che diventa morte che noi chiamiamo guerra. Personalmente ho vissuto tante esperienze una di queste molto simile a quella della giornalista della stampa qui citato, sono stato pestato a sangue dai rom a cui non è mai stato fatto nessun processo, perché molto spesso si parla e si vive per luoghi comuni che è difficilmente danno giustizia, la giustizia è un altro elemento troppo dipendente da mode, tendenze, proprio perché le cose vengono vissute nella maggior parte dei casi in condizioni di gruppo collettivo dove poche volte c’è il posto per la ragione, il dialogo e la comprensione. Ritengo che la comprensione sia l’elemento più significativo che dovremmo allenare, dal momento che il significato della parola comprendere e la composizione di due elementi, prendere assieme. Quando le posizioni sono diverse difficilmente si prendono assieme, si preferisce una logica semplice e riduzionista come la logica esclusiva, o/o piuttosto che una logica inclusiva e/e e questo a parer mio è già un inizio sbagliato, un presupposto che non può portarci lontano…

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