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Cronaca

Ragazzina di 13 anni “ceduta” dalla famiglia a due uomini per consumare rapporti sessuali, arrestati a Vercelli

Entrambi sono stati condannati alla pena di 5 anni e 6 mesi di reclusione

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VERCELLI – È finita con l’arresto di due uomini vercellesi di 69 e 70 anni – riconosciuti colpevoli dei reati di violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione minorile – la terribile vicenda di degrado, abbandono e violenza cui è stata vittima una ragazzina di 13 anni.

I fatti

La vicenda risale al 2021 quando, su segnalazione dei servizi sociali del comune di Vercelli, gli investigatori della Squadra Mobile attenzionavano un nucleo familiare di nomadi stranieri con quattro figli minori che versava in un grave stato di degrado morale e materiale.

Gli sforzi investigativi si focalizzavano immediatamente sulla situazione particolarmente delicata della figlia più piccola, all’epoca dei fatti appena tredicenne, che da mesi non andava più a scuola perché, a detta dei genitori, gravemente malata.

Ma, da un compito in classe svolto dalla piccola, e subito acquisito dagli inquirenti, si percepiva una sorta di richiesta d’aiuto proprio in relazione alle condizioni di vita familiare imposte e alle frequentazioni di persone estranee al nucleo familiare. Quindi, su disposizione della locale Procura, la Squadra Mobile di Vercelli intraprendeva una lunga e difficoltosa attività investigativa volta a far luce su quanto emerso, in maniera confusa e poco chiara, dal tema della piccola.

Posizionando telecamere sulla pubblica via che davano sulla porta di casa della famiglia e con intercettazioni ambientali all’interno dell’abitazione, emergeva purtroppo un quadro davvero raccapricciante: i genitori della piccola, in cambio di piccole somme di denaro, “cedevano” la figlia ad anziani vercellesi, obbligandola a consumare rapporti sessuali completi con questi ultimi.

Posti immediatamente in protezione i minori e arrestati già all’epoca i responsabili, per due di loro l’11 luglio scorso si è conclusa definitivamente la vicenda processuale, dal momento che la Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dagli stessi presentato e condannando entrambi alla pena di 5 anni e 6 mesi di reclusione.

Rintracciati presso le rispettive abitazioni ove si trovavano agli arresti domiciliari, i due sono stati condotti in questura per gli adempimenti di rito al termine dei quali sono stati associati presso la Casa Circondariale di Vercelli per l’espiazione della lunga pena detentiva da scontare per i gravi reati commessi.

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