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Cultura

Vi ricordate Experimenta a Torino?

Experimenta è stata una mostra scientifica svoltasi dal 1985 al 2006

Alessia Serlenga

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TORINOExperimenta è stata una mostra scientifica interattiva, a cadenza annuale, svoltasi a Torino dal 1985 al 2006. Nell’estate del 2009 ha ripreso l’attività presso il Museo regionale di scienze naturali della Regione Piemonte.
La mostra scientifica interattiva debuttò a Villa Gualino nel 1985, ebbe più di 2 milioni di visitatori in vent’anni, mancò purtroppo l’obiettivo di trasformarsi in museo permanente.

Ogni anno è dedicata a un tema differente.
L’esordio fu a Villa Gualino, sulla Collina Torinese, col tema Fenomeni dal mondo della scienza e della tecnica.

Nel 1985 l’Italia non conosceva ancora mostre scientifiche interattive rivolte al grande pubblico. Il concetto di science center, aveva radici in Francia, Regno Unito, Spagna, Paesi Bassi ma non in Italia. C’era, remoto, il mito dell’Exploratorium di San Francisco, in California, fondato nel 1969 da Frank Oppenheimer. Ma pochi in Italia ne avevano una conoscenza diretta. Come l’Exploratorium, Experimenta si fondava sull’idea pedagogica che si impara meglio se ci si diverte e se si mettono le mani su oggetti concreti, facendo prima l’esperimento e poi il ragionamento che lo spiega.

Nelle prime due edizioni, con Tullio Regge presidente del comitato scientifico e Pino Zappalà curatore e direttore, Experimenta riproduceva alcuni exhibit classici di acustica, meccanica, ottica ed elettromagnetismo. Per esempio, paraboloidi per concentrare a distanza la voce e mostrare la natura ondulatoria del suono, la bicicletta sul filo, esperimenti sulla conservazione della quantità di moto e altri sugli inganni percettivi. Cioè exhibit nei quali il visitatore diventa parte dell’esperimento, anzi è l’interruttore dell’esperimento.

La prima edizione e quelle immediatamente successive si tenevano nel parco di villa Gualino, dove ogni estate venivano montate caratteristiche tensostrutture a forma di “cappello di suora”. Experimenta nacque da un’idea in seno a Radio Flash, storica emittente radiofonica torinese attiva anche nell’organizzazione di grandi concerti e in attività culturali anche estranee all’ambito musicale. L’ispirazione, però, veniva da oltreoceano, in particolare da un viaggio compiuto in USA da Pino Zappalà .

Il successo fu immediato, i visitatori sono stati in media più di centomila ad edizione e si sono creati rapporti organici tra la mostra e le aziende a tecnologia avanzata sul territorio, con l’Università, il Politecnico, i centri di ricerca. Al successo hanno contribuito alcuni giovani creativi che traducevano le rigorose problematiche scientifiche in divertenti exhibit immersivi e/o interattivi.

In vent’anni il tema scientifico di Experimenta ha toccato: biologia e biotecnologie, lo sport, il cervello, l’Intelligenza Artificiale, l’astronomia, l’esplorazione dello spazio, il cinema, l’energia, il mito del paranormale, le telecomunicazioni, l’informatica, la robotica, la lotta per la sopravvivenza, la montagna e la sfida olimpica.

I temi hanno costeggiato gli sviluppi della ricerca, ma anche i problemi e le inquietudini che talvolta il progresso scientifico porta con sé; il tutto evitando mitizzazioni trionfalistiche (che sarebbero, tra l’altro, antiscientifiche). Negli anni, gli exhibit sono divenuti tecnologicamente più sofisticati.

I CAMBIAMENTI AVVENUTI: parco Michelotti e ponte tibetano

È cambiata la sede, da Villa Gualino al Parco Michelotti, sono cambiati molti membri del comitato scientifico. Ma non è cambiato il principio-base: fare e divertirsi per poi capire e imparare. In questo contesto la mostra ha consentito ai visitatori di partecipare attivamente agli esperimenti sul tema scelto che normalmente durava dalla primavera all’autunno.Nel corso dell’edizione 2004, dedicata alla sopravvivenza sportiva, è stato installato un “ponte tibetano” che è entrato nel Guinness dei primati come il più lungo al mondo (374,12 m).

Era teso sopra le acque del Po, dalla riva di Experimenta al Parco Michelotti fino all’incrocio di corso Regina Margherita, sull’altra sponda del fiume.

Nel 2006, anno segnato dalle Olimpiadi invernali, chiudeva i battenti l’ultima edizione di Experimenta, la mostra scientifica divulgativa che aveva accompagnato le estati dei torinesi a partire dal 1985.

Experimenta ebbe un successo immediato (130 mila visitatori nel corso della prima edizione) perché permetteva ai visitatori di toccare con mano la scienza grazie a esperimenti interattivi e divertenti. Chi l’ha frequentata, ricorda attrazioni diventate celebri, come la bici sospesa sul filo, il tubo dell’eco, la stanza di Ames, dove per un inganno percettivo i piccini diventano grandi e gli adulti appaiono alti come bambini, e il Rotor, il grande cilindro rotante con il pavimento che si abbassa, mantenendo i visitatori vincolati alla parete per l’azione della forza d’inerzia.

Experimenta conobbe varie formule e diverse location, tipo il Museo di Scienze Naturali e diede vita al progetto invernale dei Giovedì Scienza (che prosegue tuttora) e, nei suoi 20 anni di vita, totalizzò più di 2 milioni di visitatori.

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4 Commenti

1 Commento

  1. Avatar

    Graziano

    17 Luglio 2024 at 12:10

    Comune e Regione dovrebbero lavorare per ricominciare ad organizzare Experimenta

  2. Avatar

    debs

    17 Luglio 2024 at 17:52

    classe 1981, dall’86 alla fine degli anni ’90 Experimenta era una tappa fissa, si può dire che ci sono cresciuta!
    Credo sia stata la “causa” primaria della mia passione per le scienze, passione che mi ha portato a un PhD in astrofisica e anni da ricercatrice, non male per una bambina della periferia di Torino (Le vallette).

    Spero vivamente si possa lavorare per riportarla in vita!

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    Stefania

    18 Luglio 2024 at 8:47

    eccome se lo ricordo ,vidi il primo fax ci mandammo un messaggio da uno stand a d un altro e poi un cartone in 3D . Ora è tutto troppo veloce

  4. Avatar

    Silvia

    18 Luglio 2024 at 12:55

    Bellissima Experimenta e bell’articolo, na c’è un errore clamoroso: il rotor dimostrava la forza centrifuga, non l’inerzia!!!

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