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Cultura

Piemonte Movie sospende le attività: non sono arrivati i contributi pubblici assegnati

Gabriele Farina

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TORINO – La notizia è di quelle che fanno rumore, e prendere questa decisione (conosciamo bene le persone coinvolte) sarà pesato parecchio. L’Associazione Piemonte Movie sospende tutte le sue attività culturali a partire dal 30 giugno fino al 20 settembre 2024. Il motivo? I soldi che sono stati assegnati dagli enti pubblici all’associazione sono in ritardo, pesantemente in ritardo. E senza soldi (situazione a cui Piemonte Movie – e tante altre associazioni – sono tristemente abituati) non si può andare avanti in eterno.

Crediamo che il comunicato di Piemonte Movie spieghi nel migliore del modi la situazione. Ve lo proponiamo nella sua parte iniziale e vi invitiamo a leggerlo integralmente sul sito dell’associazione.

Senza contributi si chiude

L’Associazione Piemonte Movie sospende tutte le sue attività culturali a partire dal 30 giugno fino al 20 settembre 2024. Nelle settimane precedenti aveva già deciso di mantenere attive solo le iniziative estive consolidate, non progettando nuove attività. Nel direttivo del 25 giugno ha deliberato infine anche l’annullamento delle altre date programmate. La decisione è dovuta alle mancate garanzie sui tempi di assegnazione e liquidazione dei contributi da parte di Regione Piemonte, Ministero della Cultura e Comuni.

L’Associazione Piemonte Movie non è più disponibile a fare debiti per il mancato versamento dei contributi da parte degli enti pubblici. Se entro il 20 settembre non ci saranno garanzie sull’erogazione di quanto dovuto, Piemonte Movie si riserva la possibilità di rinviare a data da destinarsi l’intera programmazione annuale, compresa la sua manifestazione principale: il Glocal Film Festival. Se questo accadrà, si prenderà in considerazione la possibilità di agire per via legale nei confronti degli enti inadempienti.

Non siamo le banche degli enti pubblici

Dal 2011 gli enti pubblici non sono più affidabili e credibili sui tempi di assegnazione ed erogazione delle risorse. Un ritardo ormai cronicizzato, andato ad allargarsi di anno in anno, che ha portato le realtà culturali e del welfare a ricevere i contributi assegnati anche due anni dopo lo svolgimento delle attività. Questo ha avuto come conseguenza il costante indebitamento dei beneficiari dei contributi, che nel frattempo hanno dovuto comunque saldare stipendi e parcelle a dipendenti e fornitori per le prestazioni svolte nell’organizzazione di eventi. In buona sostanza le realtà culturali e del welfare in questi ultimi anni hanno fatto da banche agli enti pubblici, anticipando risorse proprie – per lo più con il ricorso a prestiti bancari – a garanzia della propria credibilità e affidabilità nei confronti di terzi. Tutto questo mentre per legge gli enti pubblici saldano le fatture, a fronte dell’affidamento d’incarichi, entro 90 giorni: questa è una chiara disparità di trattamento nei confronti di tipologie diverse d’imprese. Siamo di fronte ad un palese esempio di ormai consolidata maleducazione civica degli enti pubblici.

I PRINCIPALI CASI DI MALEDUCAZIONE CIVICA DEGLI ENTI PUBBLICI

L’Associazione Piemonte Movie rende pubblica la propria situazione attuale senza timori di sorta. Perché ha la consapevolezza di rappresentare, non solo le proprie istanze particolari, ma di essere avanguardia di molte altre realtà culturali del Piemonte che già vivono o si apprestano a vivere le nostre medesime situazioni. Allo stesso tempo il nostro caso s’inserisce in una tendenza globale di “assalto alle attività pubbliche” da parte del sistema economico-finanziario privato. Una consapevolezza che nasce anche dalla lunga militanza nel Comitato Emergenza Cultura del Piemonte e dallo studio e confronto costante su queste tematiche. Non abbiamo quindi nessuna remora o reticenza nel “mettere in piazza” la nostra attuale condizione di crisi. Siamo certi che, nei nostri ormai 25 anni di storia, abbiamo agito con attenzione e scrupolo nell’organizzazione del nostro lavoro culturale, mettendo sempre al centro la professionalità e la coscienza civica di dover rispondere alla comunità per i soldi pubblici investiti nelle nostre attività.

Per questo motivo possiamo permetterci di evidenziare con forza quelle che riteniamo, non solo delle azioni tecnicamente scorrette, ma anche eticamente e moralmente dannose per il bene comune. Per questo riteniamo che sia necessario riportare gli enti pubblici a svolgere con scrupolo e attenzione il proprio ruolo, sottraendosi e arginando le spinte neoliberiste che stanno assaltando anche la cultura e il welfare, per farne una delle tante appendici del consumo di massa di beni materiali e immateriali. Di seguito una serie di “casi studio” che riteniamo evidenzino le nostre tesi.

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