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In Piemonte 700mila persone soffrono di dolore cronico

Si ritiene che la maggioranza dei 13 milioni di italiani colpiti da dolore cronico lieve o moderato (oltre il 20% della popolazione) sia trattato in maniera inappropriata

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TORINO – Il dolore cronico, soltanto in Piemonte, colpisce circa 700mila persone, con un notevole impatto sulla vita di relazione e lavorativa. Si parla di cefalee, artrosi del ginocchio, dell’anca, della spalla. E poi discopatie, stenosi midollari a carico della colonna, fibromialgie.

Dal punto di vista economico, si calcola che l’impatto del dolore cronico a livello regionale valga 2,16 miliardi di euro, di cui 1,5 miliardi di costi indiretti. I dati sono stati divulgati oggi nel convegno “Appropriatezza prescrittiva e corretta informazione fattori chiave nella gestione del dolore cronico – Regione Piemonte” organizzato da Motore Sanità, con il contributo incondizionato di Angelini Pharma.

Appropriatezza prescrittiva e corretta informazione – è emerso nel tavolo di confronto tra accademici, farmacologi, specialisti, medici di medicina generale e rappresentanti delle istituzioni all’Hotel Santo Stefano di Torino – sono i fattori chiave nella gestione del dolore cronico.

Si ritiene, infatti, che la maggioranza dei 13 milioni di italiani colpiti da dolore cronico lieve o moderato (oltre il 20% della popolazione) sia trattato in maniera inappropriata, con farmaci (come i Fans), che quando vengano utilizzati senza la presenza di infiammazione, possono avere gravi effetti collaterali nell’uso a lungo termine, con conseguenze sull’apparato gastrointestinale, emorragiche, renali ed epatiche.

I rischi dell’uso inappropriato di farmaci

“L’inappropriatezza prescrittiva dei farmaci base per il dolore lieve e moderato gioca un ruolo cruciale – ha spiegato Claudio Zanon, Direttore scientifico di Motore Sanità -. Il report Osmed indica che l’inappropriatezza prescrittiva dei FANS è gravosa per il SSN e i servizi sanitari regionali, oltre che per la salute; quando non usati in maniera appropriata, infatti, i FANS provocano effetti collaterali importanti. Studi recenti condotti su una popolazione di oltre 9 milioni di assistiti hanno evidenziato un elevato uso inappropriato e fuori indicazione dei FANS.

È noto alla comunità scientifica che la gran parte dei FANS orali, possono causare gravi effetti indesiderati a livello del tratto gastrointestinale alto. In tale contesto, la medicina generale riveste un ruolo fondamentale nella prescrizione appropriata dei farmaci (il paracetamolo risulta la prima scelta nella gestione del dolore lieve e moderato in assenza di stato infiammatorio). Un esempio di buona pratica su questi aspetti è stata la pubblicazione da parte del Ministero della Salute delle linee guida sulla terapia del dolore cronico non oncologico”.

Azioni di miglioramento necessarie

Il dolore cronico lieve e moderato ha un impatto negativo sulla vita quotidiana e sulla capacità lavorativa delle persone malate, ma costituisce anche un pesante onere finanziario per i sistemi sanitari, con un impatto economico a livello nazionale stimato in 36,4 miliardi di euro, di cui 25,2 miliardi in costi indiretti.

In questo scenario si rende necessario intervenire quanto prima su alcune criticità con azioni di miglioramento concrete: una maggiore attenzione alla governance assistenziale del dolore, anche nei casi di dolore lieve e moderato, investimento nell’efficientamento delle reti di terapia del dolore (risorse e strutture adeguate), un miglioramento dell’accesso dei pazienti alle cure (PDTA integrati e riduzione delle barriere economiche), un’adeguata formazione dei professionisti sanitari, una più ampia sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei decisori politici sull’importanza di investire nella prevenzione, nella diagnosi e nella terapia del dolore cronico.

Il ruolo del medico di famiglia nella gestione appropriata del dolore cronico

Il medico di medicina generale, anche per ciò che attiene il dolore cronico, diventa una figura sempre più centrale, anche nel processo di digitalizzazione sanitaria e della relazione medico-paziente.

Secondo Roberto Venesia, Segretario FIMMG Piemonte, Responsabile nazionale area Farmaco Fimmg e membro esperto della Cabina di Regia Piano Nazionale Cronicità, “la medicina generale può contribuire efficacemente a garantire l’appropriatezza delle cure del dolore cronico passando da un’assistenza “reattiva” a un’assistenza “proattiva”, attraverso l’adozione di nuovi approcci assistenziali, professionali e organizzati, come le AFT previste dal recentissimo accordo regionale.

L’utilizzo di sistemi informativi evoluti, che possano supportare il medico nelle attività assistenziali, l’adeguata e costante formazione e la creazione dei team multiprofessionali che puntano al miglioramento continuo (gestione integrata) con una chiara condivisione dei ruoli e del lavoro tra medico di medicina generale e specialista sono le basi sulle quali fondare la centralità ed insostituibilità del medico di famiglia nella gestione del dolore cronico lieve e moderato”.

Il ruolo della farmaceutica territoriale nel percorso di cura

Carla Rolle, Direttore dell’Assistenza farmaceutica territoriale dell’Asl Città di Torino ha sottolineato che il problema dell’inappropriatezza prescrittiva dei farmaci contro il dolore cronico lieve e moderato e dell’ipercosumo di farmaci quali FANS e oppioidi non indicati specificatamente per questo tipo di dolore sono un’emergenza non solo della regione Piemonte ma nazionale. “Quando accade, il paziente deve essere ricondotto alle strutture di terapie antalgiche del territorio e ad una maggiore appropriatezza prescrittiva – ha spiegato Carla Rolle -.

L’Asl Città di Torino, è da tempo attiva su questo tema, ed ha tracciato un percorso che intende prevenire questa situazione, un percorso che interessa direttori di distretto e medici della medicina generale per definire corrette terapie antalgiche, tutto questo per evitare che il medico di famiglia si senta solo nell’affrontare questa situazione. Formazione ai medici di famiglia e specialisti e il monitoraggio delle prescrizioni farmaceutiche sono gli strumenti per affrontare l’inappropriatezza prescrittiva e l’iperconsumo di Farmaci oppioidi e FANS”.

La centralità dell’innovazione tecnologica

Un ruolo fondamentale è svolto dall’innovazione tecnologica e dall’implementazione del Fascicolo Sanitario Elettronico. Secondo Rino Moraglia, Direttore Strategico NetMedica Italia. “I servizi digitali a supporto dei nuovi modelli organizzativi territoriali e dell’appropriatezza di cura del dolore cronico assumono un ruolo decisivo per assicurare un rapporto fiduciario di vera prossimità digitale. Organizzazione, monitoraggio, consapevolezza e iniziativa sono i concetti chiave intorno a cui ruota lo sviluppo della Digital Health Strategy della Medicina Generale, un progetto innovativo e concreto che ambisce a rendere appropriati gli interventi assistenziali, anche attraverso la formazione, comunicazione e diffusione della relazione digitale. Rendere tutto più facile e possibile, per garantire serenità ed efficacia a medici e pazienti”.

Fake news e falsi miti: cosa non fare contro il dolore cronico

Attorno al dolore cronico lieve e moderato – dai dolori osteoarticolari alla fibromialgia – esistono ancora pregiudizi, falsi miti e fake news che portano i pazienti a compiere azioni scorrette. Come ha spiegato Diego Girotto, Medico di medicina generale esperto FIMMG Torino, molti pazienti si affidano all’automedicazione e non chiedono un consiglio mirato al loro medico di fiducia, al loro medico di medicina generale, perché questo vorrebbe dire impiegare del tempo per sottoporsi ad una visita medica.

“Diventa, in una società che va sempre di fretta, più veloce ricorrere all’automedicazione o affidarsi alla Rete per avere consigli veloci su principi attivi e dosaggi. Ma la fretta è realmente una cattiva consigliera nel trattamento del dolore cronico. Potrebbe essere utile, grazie a campagne divulgative rivolte alla popolazione, una maggiore conoscenza dei siti internet istituzionali che offrono risposte scientificamente valide ai quesiti di natura sanitaria.

Dall’altro lato risulta fondamentale avere medici di medicina generale esperti sul tema del dolore cronico, con una formazione continua e un approfondimento scientifico costante, che siano messi nelle condizioni di lavorare in un sistema organizzato dove essere di riferimento sia per la popolazione che per una rete di altri professionisti con cui collaborare quotidianamente”.

Dati forniti dal Dottor Roberto Venesia, Segretario Regionale FIMMG, sulle patologie croniche più rilevanti

La multi morbilità è attualmente una delle maggiori sfide del SSN, per varie ragioni, prima tra tutte una organizzazione dell’assistenza sanitaria tradizionalmente basata su un modello orientato alla singola patologia e sempre più specialistica a discapito di un approccio che consideri il paziente nella sua globalità e complessità di patologie e problematiche. Focalizzando l’analisi sulla popolazione anziana, maggiormente colpita da patologie degenerative, quelle più diffuse per entrambi i generi sono artrosi (47,6%), ipertensione (47%), patologia lombare (31,5%) e cervicale (28,7%), iperlipidemia (24,7%), malattie cardiache (19,3%) e diabete (16,8%); tra le donne anche la depressione (15%).

La combinazione più frequente di patologie croniche (almeno 2 patologie concomitanti) nel 2017 è stata ipertensione e osteo-artrosi (28,0%). Nel gruppo di pazienti con tre patologie concomitanti la combinazione più frequente è stata ipertensione, osteoartrosi e disturbi tiroidei (20,6%), a cui si aggiunge il diabete tipo 2 nei soggetti con quattro patologie. In generale, emerge come il 73,7% dei soggetti con almeno 2 patologie croniche concomitanti risulta in politerapia farmacologica, cioè con cinque o più farmaci differenti. Questa situazione si associa a un maggior rischio di eventi avversi, a un aumento degli impieghi potenzialmente inappropriati dei farmaci, così come a una riduzione dell’aderenza terapeutica.

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