Cronaca
Molestava le studentesse sull’autobus 68: condannato a 2 anni e 5 mesi
Si strusciava su di loro o addirittura si masturbava in loro presenza
TORINO – Frequentano tutte l’istituto d’istruzione superiore “Valentino Bosso – Augusto Monti” di via Meucci le giovani che hanno denunciato e testimoniato in aula contro il maniaco, un 39enne, che prima le aspettava davanti ai cancelli dell’istituto, poi le seguiva sull’autobus 68 e le toccava. Si strusciava su di loro o addirittura si masturbava in loro presenza.
Molestie continue a cui le studentesse hanno deciso di ribellarsi e a marzo, dopo l’ennesimo episodio, lo hanno segnalato all’autista che ha fermato il mezzo non appena ha incrociato una pattuglia.
L’uomo è stato individuato grazie ai filmati delle telecamere di sorveglianza forniti dalla Gtt e identificato dalle ragazze. Una volta portato in caserma l’uomo si è dapprima dimostrato recalcitrante nei confronti dei militari e poi ha tentato di difendersi facendo leva sul proprio orientamento sessuale e dichiarandosi gay.
La condanna e le testimonianze
Il 39enne è stato condannato a 2 anni e 5 mesi di carcere con l’accusa di violenza sessuale. Per lui è scattato anche il divieto di avvicinamento alle scuole e ai luoghi frequentati da minori. Dovrà , inoltre, comunicare al magistrato di sorveglianza qualsiasi cambio di domicilio. Il pm Barbara Badellino nella scorsa udienza aveva chiesto una condanna a 4 anni in continuazione con l’ipotesi di resistenza a pubblico ufficiale.
“Mi strofinava le sue parti intime sulle coscia, inizialmente ho pensato che fosse perché il pullman era affollato e ho fatto finta di nulla. Ma lui ha continuato anche quando mi sono spostata”.
“Non mi ha fatto scendere quando dovevo, perciò ho aspettato la fermata dopo. Quando sono scesa mi ha seguita, poi mi ha raggiunta e mi ha toccato il seno. Io sono corsa verso scuola, lui è entrato nel portico. Si è fermato solo quando mi sono chiusa alle spalle la porta di vetro”, sono alcune delle terribili testimonianze delle adolescenti riportate da La Stampa.
Immagine di repertorio
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