Seguici su

Ambiente

“Nessuno dei membri del G7 di Venaria è sulla buona strada per raggiungere la riduzione delle emissioni”

Climate Analytics ha analizzato le politiche di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e USA, stendendo 7 punti su cui discutere nel vertice torinese

Sandro Marotta

Pubblicato

il

TORINO – “Nessuno dei membri del G7 è sulla buona strada per raggiungere gli attuali obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030, che non sono ancora collettivamente allineati con 1,5°C”: questa l’analisi dell’istituto Climate Analytics alla vigilia del vertice del G7 a Venaria Reale, a Torino. L’obiettivo è la riduzione del 58% di emissioni, ma con le politiche attuali si arriverebbe solo al 19-33%.

Lo studio internazionale di Climate Analytics

Oltre alle proteste dei collettivi di Torino, ci sono diversi istituti internazionali che hanno messo in evidenza il lungo percorso che le 7 potenze mondiali devono fare parlare di “green”. Neil Grant, Jane Ellis, Sarah Heck, Bill Hare di Climate Analytics hanno scritto un documento con 7 consigli per i capi di Stato che da domani (domenica 28) fino a martedì 30 aprile saranno blindati a Venaria Reale. Ecco il documento con i 7 suggerimenti per i grandi della terra.

1) Le emissioni

Il primo punto di discussione dei leader dovrebbe essere “impegnarsi a ridurre collettivamente le emissioni di gas serra del G7 di almeno il 58% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019, e almeno del 75% entro il 2035”. Perché prima i 7 grandi della terrra? Perché, essendo molto ricchi, i paesi come l’Italia hanno le tecnologie per decarbonizzare più in fretta, lasciando più spazio ai Paesi in via di sviluppo per raggiungere gli stessi standard.

2) Gli obiettivi nazionali

Tutti gli accordi sugli obiettivi internazionali devono andare di pari passo ad obiettivi nazionali, cioé ogni singolo Stato deve impegnarsi a ridurre le emissioni delle imprese che operano sul territorio.

3) Le politiche

Per Climate Analytics ciò che stanno facendo i 7 grandi del mondo non è abbastanza e questa transizione verde “soft” potrebbe scoraggiare gli altri paesi del mondo ad impegnarsi (e farlo in fretta) sul fronte climatico. “Tale carenza di ambizione non fornisce il segnale di leadership necessario dal paesi più ricchi del mondo, che costituiscono circa il 38% dell’economia globale e sono stati responsabili del 21% delle emissioni totali di gas serra nel 2021”.

4) Eliminare il fossile

Il quarto suggerimento del report è “impegnarsi ad eliminare gradualmente la produzione domestica di energia elettrica da carbone e gas fossile, entro il 2030 e il 2035”.

5) Stop ai finanziamenti pubblici al fossile

“Un’analisi sul supporto finanziario che i paesi del G20 danno a progetti internazionali sui combustibili fossili elenca Canada, Giappone e Italia tra i 5 paesi che mettono più soldi in questo tipo di progetti”. L’obiettivo quindi è scoraggiare gli investitori a mettere denaro in aziende o percorsi che in qualche modo utilizzano fonti non rinnovabili.

6) Accelerare verso le energie rinnovabili

Il sesto consiglio è “accelerare verso l’obiettivo globale di triplicare le energie rinnovabili e raddoppiare
efficienza energetica entro il 2030”.

7) Più soldi per la tutela del clima

Il settimo suggerimento è: “impegnare nuovi e aggiuntivi finanziamenti internazionali per il clima in linea con le circostanze nazionali, per andare ben oltre l’obiettivo dei 100 miliardi”. In più, servirebbe che i paesi del G7 sviluppassero dei facilitatori economici per consentire anche agli altri paesi di accedere ai finanziamenti necessari per mettere in pratica la transizione ecologica.

Le contestazioni torinesi dei giorni scorsi

Nei mesi scorsi diversi collettivi ambientalisti torinesi hanno contestato la riunione internazionale dedicata a Clima, Energia e Ambiente: Ecologia Politica, ad esempio, ha avviato un ciclo di seminari con sociologi e scienziati per parlare della transizione verde e dei drammi climatici che ancora colpiscono il territorio piemontese; un esempio sono i Pfas ad Alessandria (e non solo).

Ieri gli attivisti di Extinction Rebellion, vestiti da pagliacci, hanno manifestato davanti alla Rai contestando il “circo del G7”.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *