Cronaca
Viene tamponato e poi picchiato davanti al MauTo a Torino, la moglie cerca testimoni
L’uomo è ricoverato al Cto in prognosi riservata con una frattura al cranio
TORINO – Una storia di ordinaria e inaccettabile violenza arriva da Torino, dove un uomo è stato brutalmente picchiato dopo un incidente ed è finito in prognosi riservata all’ospedale Cto con il cranio fratturato. L’episodio è avvenuto venerdì 24 novembre, intorno alle 12.30, in corso Unità d’Italia, esattamente al semaforo davanti al Museo dell’Automobile.
L’incidente
Marco Nebiolo, 47 anni, era alla guida dell’auto aziendale, una Grande Punto ed ha rallentato al semaforo giallo per poi fermarsi. Chi era dietro di lui, a bordo di una Citroen Xsara, non se ne è accorto (o era troppo vicino) e lo ha tamponato. Dall’auto sono scesi un uomo, una donna e un ragazzo (questi sono i pochi ricordi di Nebiolo) e lo hanno insultato pesantemente. Lui, impaurito, è rimasto chiuso in macchina ed ha mandato un messaggio alla moglie, Manuela Mareso: “Ho tamponato, ho chiamato i vigili, volevano menare”. Erano le 12.53, da quel momento la donna racconta di non aver più avuto notizie del marito. Quello che è accaduto dopo si può solo ipotizzare.
L’aggressione
Pochi dubbi però che Nebiolo sia stato aggredito, perchè alle 13.10 è stato trovato disteso sull’asfalto dietro la sua auto in una pozza di sangue da una signora di passaggio. L’autista di un carro attrezzi, nel frattempo arrivato sul posto, ha fermato un’ambulanza. Ora è ricoverato nel reparto di Neurochirurgia del Cto con una frattura al cranio, due evidenti ematomi e diversi focolai emorragici. La prognosi è riservata.
La ricerca di testimoni
La moglie racconta che, una volta raggiunto il marito al Cto, ha trovato nel sacco dei vestiti il verbale dei vigili, che quindi sono intervenuti. Si tratta della sezione di San Salvario, che ha identificato il conducente e la proprietaria dell’auto e fatto partire un’inchiesta. C’è però bisogno di testimoni per ricostruire l’aggressione. Chi avesse visto qualcosa può contattare direttamente Manuela Mareso, anche anonimamente, al 392.52.97.609. E’ importante ogni testimonianza.
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