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Il maestro astigiano Giampiero Monaca condannato a un mese di reclusione

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Asti – Finisce in tribunale la lunga vicenda di Giampiero Monaca, l’insegnante che per anni ha portato avanti il progetto Bimbisvegli nella scuola Primaria di Serravalle d’Asti del V Circolo didattico.

Avevamo seguito la storia del maestro ribelle sin dal suo presidio permanente davanti al Ministero dell’Istruzione a Roma lo scorso novembre per rivendicare il rimedio Bimbisvegli.

Monaca era stato trasferito in un altro plesso scolastico, alla scuola Rio Crosio, decisione della dirigenza scolastica a cui il maestro si è opposto fermamente, decidendo di rimanere per 20 giorni su una panchina davanti alla scuola e lasciando scoperte le sue ore di lezione in 1C.

Conseguenza diretta della sua “disobbedienza civile” è stato il licenziamento.

Ora Monaca è stato anche condannato dal gup del tribunale di Asti, Francesca Di Naro, a un mese di reclusione per interruzione di pubblico servizio. Al reato contestato a Monaca si può applicare solo la pena pecuniaria, convertita in 1500 euro di ammenda.

Carissime e carissimi vi invio questo aggiornamento molto triste su come è andata a finire per me: licenziato per insubordinazione. Condannato a un mese di reclusione (1500 euro) per interruzione di pubblico servizio. Anche se questa per me è una batosta pesante dal punto di vista umorale, posso dire di andarne fiero, perché ho sempre insegnato che “quando l’ingiustizia diventa legge la disobbedienza è un dovere”.

Quando poi dopo anni di grandi difficoltà e conflittualità, il dirigente mi ha ordinato, d’ufficio, di trasferirmi dalla scuola di Serravalle che avevamo fatto rifiorire, con l’ unico risultato di demolire definitivamente il progetto bimbisvegli, se avessi accettato avrei salvato carriera e stipendio, così gli ho detto signornò, e che non riconoscevo la sua autorità e dato che lui mi stava imponendo qualcosa che mi appariva in coscienza lesivo per il benessere dei bimbi ma anche per me stesso. Così decisi che mi sarei avvalso del diritto alla disobbedienza civile e alla diserzione.

Così mi han licenziato per insubordinazione ed infedeltà verso l’ istituzione e condannato ad un mese di reclusione per interruzione di pubblico servizio (io avevo comunque già ampiamente fatto sapere quello che sarebbe stato il mio comportamento proprio per non creare disagi alle famiglie)

Vi abbraccio forte e vi chiedo, se puoi, di portare alla luce questa storia.

 

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