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I dati Arpa sull’alluvione in Piemonte: in tre giorni caduti oltre 600 mm di pioggia
Il rapporto Arpa a quasi quindici giorni dall’alluvione

TORINO – A quasi quindici giorni dall’alluvione che ha messo in ginocchio la nostra regione, è uscito il rapporto di Arpa Piemonte sugli eventi del 15-17 aprile.
Tra martedì 15 e giovedì 17 aprile 2025 la depressione denominata “Hans” si è approfondita sul Mediterraneo centro-occidentale determinando una fase fortemente perturbata sull’Italia nord-occidentale.
In generale, su tutto il Piemonte la precipitazione cumulata totale è stata diffusamente superiore ai 100 mm. Gli accumuli di precipitazione più consistenti, con picchi superiori a 550 mm, si sono verificati nelle aree montane e pedemontane del Torinese, Biellese, Vercellese e Verbano: i pluviometri di Sambughetto (VB), Boccioleto (VC), Camparient (BI), Oropa Santuario (BI), Andrate Pinalba (BI) e Piano Audi (TO) hanno registrato significativi massimi di precipitazione. In particolare, si evidenzia la stazione di Boccioleto che ha registrato 260 mm in 12 ore e 417 mm in 24 ore.
Le precipitazioni, continua Arpa, hanno generato importanti onde di piena sui corsi d’acqua del reticolo idrografico principale e secondario. In una prima fase dell’evento, i corsi d’acqua maggiormente interessati riguardavano il settore settentrionale, nordoccidentale e nordorientale della regione, dove a partire dalla notte tra il 16 e il 17 aprile diversi fiumi hanno superato la soglia di pericolo o di guardia.
Dal pomeriggio del 16 aprile, ingenti accumuli pluviometrici hanno interessato anche le aree appenniniche al confine con la Liguria causando significativi innalzamenti dei livelli della Bormida, del Belbo e del Tanaro.
Presso la stazione del Po a San Sebastiano (TO) il colmo di piena è transitato attorno alle 13,30 di giovedì, superando la soglia di pericolo di circa un metro. Nelle prime ore di venerdì 18 aprile, il colmo è transitato presso la sezione di Isola S, Antonio (AL) ricevendo anche il contributo della piena del Tanaro.
Presso la sezione di Isola S. Antonio (AL) i livelli del Po hanno superato di quasi un metro la soglia di pericolo e la portata al colmo è stata di circa 10300 m3/s, valore di poco inferiore a quello riportato nell’alluvione del 2000 di 10500 m3/s.
Nell’arco di 48h, tra il 16 e il 17 aprile, sui settori alpini piemontesi, si sono registrati valori medi di 120-140 cm di neve fresca a 2500 m. Si stima che oltre tali quote gli spessori di neve fresca siano stati ancora maggiori. Al di sotto di tali quote i quantitativi di neve accumulata al suolo hanno subito una notevole umidificazione a causa delle temperature relativamente miti.
Questa condizione ha favorito un forte assestamento del manto nevoso in particolare della neve fresca recente determinando una generale sottostima dei quantitativi di neve fresca.
Sono state registrate frane e diffusi allagamenti su buona parte della regione, nonché diverse valanghe nelle aree alpine. Le aree più colpite sono state le zone pedemontane comprese tra Pinerolese, val Susa, valli di Lanzo, Canavese, Biellese Val Sesia e valle Ossola. Anche la collina di Torino, in particolare sul versante nord tra Castagneto Po (TO) e Cavagnolo (TO), è stata interessata da diffusi fenomeni di versante e da allagamenti legati all’attivazione dell’idrografia secondaria. A Monteu da Po (TO) si è avuta una vittima: un 92enne è stato travolto da acqua e fango nella sua abitazione di piazza Bava.
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