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Ricorso in Corte Costituzionale su legittimità Codice della Strada: norma assurda per il radicale Blengino
La legge non punisce l’uso personale di droga, ma il nuovo Codice della Strada persegue chiunque la assuma anche se non si mette immediatamente alla guida

PORDENONE – Il caso di una donna di Pordenone, risultata positiva agli oppioidi dopo i controlli in seguito a un incidente, solleva una discussione sul nuovo Codice della Strada. Il magistrato Enrico Pezzi è stato obbligato a richiedere un decreto penale di condanna per guida sotto effetto di sostanze stupefacenti nonostante la donna gli abbia spiegato che deve assumere un antidolorifico contenente codeina per dei problemi cronici e che dopo l’incidente aveva assunto in pronto soccorso tre gocce di ansiolitico delarozepam.
Dai test salivari era risultata subito positiva, poi in ospedale sono stati eseguiti i test sulle urine, risultati positivi, e sul sangue, negativi. Il nuovo Codice della Strada non distingue tra i test, inoltre ha tolto la dicitura in “stato di alterazione psico-fisica”, per cui è sufficiente essere trovati positivi agli stupefacenti quando si è alla guida per essere denunciati, anche se l’assunzione è avvenuta a giorni di distanza.
Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pordenone Milena Granata, su richiesta del magistrato Pezzi, ha quindi sottoposto ai giudici della Corte Costituzionale il quesito di legittimità del nuovo Codice della Strada, in particolare la norma sull’uso di sostanze stupefacenti.
Proprio sulla questione, il radicale cuneese Filippo Blengino è stato denunciato formalmente dopo la sua autodenuncia: il segretario del Partito Radicale aveva fumato cannabis il sabato e si era messo all guida il lunedì, risultando comunque positivo. Il gesto di “disobbedienza civile” vuole dimostrare l’assurdità della norma che non distingue tra una vera e propria alterazione, che in precedenza doveva essere certificata da un medico, e una positività ai test salivari che può avvenire per svariati motivi.
La legge non punisce l’uso personale di droga, ma il nuovo Codice della Strada persegue chiunque la assuma anche se non si mette immediatamente alla guida. Le sostanze stupefacenti e i farmaci rimangono nel corpo per giorni o settimane a seconda della dose assunta e dal metabolismo di chi li assume, perciò una positività non indica necessariamente uno stato di alterazione.
Anche la Società Italiana di Psichiatria aveva scritto al ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, per chiedere una esenzione o una deroga che escluda dalla norma i pazienti in terapia da psicofarmaci. “Le cure psichiatriche non possono essere assimilate alle droghe perché, a differenza di queste ultime, vengono assunte dietro prescrizione dello specialista – il quale, tra gli altri, ha il compito di adattare la posologia al fine di ottimizzare il rapporto efficacia/effetti sedativi. Questo provvedimento di riforma del codice della strada, rischia, di ingenerare confusioni pericolosissime per i milioni di italiani in cura con trattamenti psicofarmacologici. Sono dunque necessari immediati chiarimenti” – hanno scritto a gennaio 2025.
Foto di Krzysztof Golik, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons
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