Seguici su

Scienza e TecnologiaTorino

Torino al centro della ricerca internazionale sui traumi dell’infanzia: genitorialità iperprotettiva può causare danni

Lo studio torinese evidenzia che uno stile genitoriale iperprotettivo e intrusivo può compromettere lo sviluppo dell’autonomia e della fiducia in sé stessi

Gabriele Farina

Pubblicato

il

TORINO – Non sempre per ferire serve urlare o alzare le mani: a volte basta voler “troppo bene”. È quanto emerge da due importanti studi pubblicati di recente su riviste scientifiche internazionali – Child Abuse & Neglect e Journal of Affective Disorders – che vedono protagonista il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino, in collaborazione con l’Università Europea di Roma.

I ricercatori hanno messo in luce come anche comportamenti genitoriali apparentemente innocui – come l’iperprotezione e il controllo eccessivo – possano avere effetti profondi sullo sviluppo neurologico ed emotivo dei bambini, con esiti simili a quelli causati da forme più evidenti di maltrattamento, come abusi e trascuratezza.

“Il nostro gruppo è stato tra i primi al mondo a dimostrare che il controllo genitoriale eccessivo può rappresentare una vera e propria forma di trauma relazionale”, spiega la professoressa Rita Ardito, coordinatrice del progetto e docente al Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino.

L’ipercontrollo come trauma silenzioso

Lo studio torinese evidenzia che uno stile genitoriale iperprotettivo e intrusivo può compromettere lo sviluppo dell’autonomia e della fiducia in sé stessi, lasciando impronte misurabili sul funzionamento del cervello.

In particolare, uno dei due studi ha rilevato, attraverso analisi EEG condotte su un campione di 71 giovani adulti, un’alterata connettività tra alcune aree cerebrali coinvolte nella percezione delle minacce e nella gestione delle emozioni. Una sorta di “impronta” lasciata da un’infanzia vissuta sotto costante sorveglianza e senza spazio per l’esplorazione autonoma.

Nel secondo studio, condotto su 82 partecipanti, è stato invece osservato che soggetti con una forte percezione di genitorialità disfunzionale mostrano reazioni cerebrali atipiche di fronte a stimoli legati all’attaccamento. Reazioni che sono risultate correlate con difficoltà nella regolazione emotiva.

Una proposta destinata a cambiare le definizioni di maltrattamento

Oggi l’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce quattro forme di maltrattamento infantile: abuso fisico, abuso sessuale, abuso emotivo e trascuratezza. Alla luce di queste nuove evidenze, i ricercatori propongono di aggiungere anche il controllo genitoriale eccessivo come categoria a sé stante, in grado di causare danni significativi e duraturi.

Si tratta di un passo avanti importante nella comprensione della salute mentale dei più giovani, ma anche un segnale forte che parte da Torino, città che conferma il proprio ruolo di eccellenza nella ricerca psicologica e neuroscientifica a livello internazionale.

“Le forme meno visibili di disagio familiare sono spesso le più difficili da riconoscere – conclude la professoressa Ardito – ma ciò non le rende meno gravi. È ora che anche questi ‘traumi silenziosi’ trovino spazio nel dibattito pubblico e nei protocolli clinici”.

Iscriviti al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *