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Nei primi 3 mesi del 2025 Stellantis crolla del 35,5%

Un calo drastico per la casa automobilistica, con riflessi pesanti sui posti di lavoro e sulla strategia industriale del gruppo

Gabriele Farina

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TORINO – Il 2025 si apre con un bilancio negativo per Stellantis: nei primi tre mesi dell’anno, la produzione del colosso automobilistico è crollata del 35,5% rispetto allo stesso periodo del 2024, già definito un “anno nero” per l’azienda. In numeri assoluti, il gruppo ha prodotto 109.900 unità tra automobili e veicoli commerciali, un dato che non si registrava dal lontano 1956. Il calo è ripartito tra 60.533 automobili (-42,5%) e 49.367 veicoli commerciali (-24,2%).

Le cause del disastro produttivo

Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim-Cisl, ha spiegato che il 2025 si preannunciava già come un “anno di transizione”, ma nessuno si aspettava un peggioramento tanto netto. La produzione delle auto e dei veicoli commerciali in tutti gli stabilimenti italiani segna numeri preoccupanti, con punte drammatiche come quella di Pomigliano d’Arco e Atessa, che vedono una produzione ridotta drasticamente. Anche Mirafiori, simbolo storico di Stellantis, ha visto una contrazione della produzione del 22,2%, ma la situazione è peggiore in altri stabilimenti, con perdite anche superiori.

Uliano ha sottolineato che, nonostante le aspettative per l’anno in corso, la situazione sui dazi non aiuterà a recuperare i numeri negativi. Nonostante Stellantis non abbia una grande esposizione, le politiche economiche internazionali, come quelle di Von Der Leyen, potrebbero influire negativamente sul futuro immediato del gruppo.

Mirafiori e Maserati: le ombre su Torino e Modena

Il sito di Mirafiori, che da sempre rappresenta il cuore pulsante della produzione di Stellantis, è in una fase di forte trasformazione. La produzione della 500 elettrica domina, ma l’attesa per il lancio della 500 ibrida, previsto per novembre, suscita preoccupazione. Uliano ha evidenziato l’importanza di questo modello per il mantenimento dell’occupazione, ma anche l’urgenza di inserire nuovo personale per far fronte alla ripartenza produttiva.

Il vero dramma, tuttavia, si registra in casa Maserati. Con una produzione che è crollata di oltre il 71%, sono solo 30 le vetture prodotte negli stabilimenti di Modena, ben lontane dalle circa 10.000 unità che venivano realizzate durante gli anni di massimo splendore. Uliano ha espresso forte preoccupazione per la chiusura di modelli iconici come Ghibli, Quattroporte e Levante, senza che siano stati individuati modelli sostitutivi o soluzioni alternative.

Comau e Teksid: le altre preoccupazioni nel Torinese

Oltre alla crisi della produzione automobilistica, Uliano ha richiamato l’attenzione anche su altre realtà storiche del torinese, come Comau e Teksid. La cessione della maggioranza di Comau, una mossa che ha suscitato preoccupazione tra i sindacati, potrebbe portare alla dispersione di un patrimonio industriale e professionale di grande valore. Anche la fonderia Teksid di Carmagnola, che si occupa principalmente di componentistica e motori endotermici, sta vivendo una fase di incertezze, e Uliano ha sollecitato un monitoraggio continuo sull’occupazione e sulle prospettive future.

Il rinnovo del contratto e le sfide future

Nel contesto di queste difficoltà industriali, il rinnovo del contratto nazionale diventa un tema cruciale. Uliano ha ribadito l’importanza che Stellantis e le sue aziende rispettino gli impegni presi con i lavoratori, auspicando che le trattative con Federmeccanica possano proseguire senza conflitti. La crisi attuale impone scelte coraggiose e azioni tempestive per non compromettere ulteriormente il futuro occupazionale e industriale del gruppo.

Conclusioni: un 2025 incerto per Stellantis

In sintesi, il 2025 si prospetta come un anno di sfide enormi per Stellantis, con una produzione in forte calo e una strategia ancora incerta. La casa automobilistica dovrà affrontare il pesante impatto dei dazi e le difficoltà legate alla transizione verso nuovi modelli, con particolare attenzione alla riorganizzazione dei suoi stabilimenti e alla tutela dell’occupazione. La domanda è se Stellantis riuscirà a superare questa fase critica e a rilanciarsi in un futuro che appare, almeno per ora, tutt’altro che rassicurante.

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1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    9 Aprile 2025 at 7:40

    Speriamo che il gruppo chiuda per bancarotta entro la fine del 2025

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