Salute
A Torino boom di richieste per il congelamento degli ovociti: +28% in un anno
Tra il 2023 e il 2024 in aumento le donne che hanno scelto di preservare la fertilità

TORINO – Torino registra un aumento del 28% in un anno nelle richieste di crioconservazione degli ovociti, una procedura che può essere scelta per motivi medici, come patologie che mettono a rischio la capacità riproduttiva, o per ragioni personali, il cosiddetto “social freezing”. A rivelarlo sono i dati del centro Genera Livet, parte di un network nazionale specializzato in medicina e biologia della riproduzione.
Più informazione, più consapevolezza
“Le donne italiane sono sempre più inclini alla crioconservazione degli ovociti grazie alla maggiore informazione sul tema”, afferma la dottoressa Francesca Bongioanni, ginecologa e direttore medico del centro Genera Livet di Torino. “Molte di loro cercano soluzioni per difendere il proprio potenziale riproduttivo e pianificare la gravidanza in un momento più adatto. Sebbene il numero di procedure sia in crescita, siamo ancora lontani da una diffusione su larga scala: a Torino si eseguono circa cento procedure l’anno, solo il 10% dei cicli di procreazione medicalmente assistita (PMA) nel nostro centro”.
Un fattore limitante è il costo: i farmaci necessari sono a carico del paziente e la maggior parte dei centri pubblici offre il congelamento ovocitario solo in caso di patologie oncologiche. Tuttavia, cresce il numero di donne indirizzate a questa pratica dai loro medici di famiglia o ginecologi di fiducia.
Quando ricorrere alla crioconservazione?
La capacità riproduttiva femminile può essere compromessa da trattamenti oncologici, malattie sistemiche o ginecologiche come l’endometriosi severa. Inoltre, circa l’1% delle donne rischia una menopausa precoce per fattori genetici. Accanto a queste ragioni mediche, il social freezing interessa donne che, per motivi personali o professionali, decidono di posticipare la ricerca di una gravidanza.
“L’efficacia della crioconservazione ovocitaria dipende soprattutto dall’età e dalla riserva ovarica”, spiega la dottoressa Bongioanni. “Consigliamo di procedere entro i 35 anni per massimizzare le possibilità di successo”.
Come funziona il congelamento degli ovociti?
Il processo si articola in tre fasi:
- Stimolazione ormonale controllata La donna assume farmaci per stimolare la produzione di ovociti, monitorata con ecografie per circa 12 giorni.
- Prelievo ovocitario In regime di day hospital, con una sedazione leggera, vengono aspirati i follicoli maturi.
- Crioconservazione Gli ovociti maturi vengono congelati con la tecnica della vitrificazione, che consente la conservazione a -196°C senza danni cellulari.
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