Cronaca
Bruciate immagini di Meloni e Von der Leyen al corteo per la Palestina dopo il Ramadan a Torino
Uno dei responsabili sarebbe già stato individuato

TORINO – Nel corso della manifestazione pro-Palestina che si è svolta ieri a Torino al termine della festa di chiusura del Ramadan sono state bruciate due imagini di Giorgia Meloni e Ursula Von der Leyen.
Il gesto ha sollevato le polemiche del centro destra, con gli interventi di Tommaso Foti, che ha parlato di “gesto grave e violento” e Augusta Montaruli, che ha annunciato un’interrogazione al ministro degli Interni Piantedosi.
Sull’episodio è intervenuto anche il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, stigmatizzandolo e parlando di “gesto inqualificabile. “Una protesta – ha detto Lo Russo – che non ha nulla a che vedere con l’espressione democratica delle proprie idee, né con l’incontro che celebra la fine del Ramadan”.
Uno dei responsabili sarebbe già stato individuato.
(Immagine di repertorio che non si riferisce alla manifestazione di domenica 30 marzo)
Comuniccato del Coordinamento dei centri islamici della città di Torino
In merito alle notizie circolate nelle ultime ore, riteniamo grave che alcuni organi di stampa abbiano confuso e sovrapposto due momenti distinti, lasciando intendere che la totalità dei presenti alla preghiera collettiva tenutasi al Parco Dora organizzata dalla nostra associazione – alla quale ha partecipato anche il Sindaco – abbia poi preso parte al corteo organizzato da Torino per Gaza, durante il quale è stata bruciata una foto della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Ciò non è vero e i numeri lo dimostrano chiaramente: il corteo ha visto la partecipazione di circa persone 200-300 persone secondo i dati ufficiali della DIGOS, non 30mila come dichiarato dai media e di alcuni politici.
Queste ricostruzioni sono non solo false, ma anche profondamente irrispettose nei confronti della comunità musulmana torinese. Qualsiasi episodio di violenza, compreso il gesto di bruciare una fotografia di un rappresentante istituzionale, non solo non ci rappresenta, ma è da noi fermamente condannato.
Prendiamo le distanze da ogni forma di violenza e ribadiamo il nostro impegno per costruire una convivenza pacifica.
Chiediamo ai rappresentanti politici e agli organi di stampa di non associare i fatti legati al corteo organizzato dal coordinamento Torino per Gaza con la preghiera collettiva organizzata in collaborazione con il Coordinamento e la Città che si è tenuta al Parco Dora, un momento di raccoglimento e riflessione che nulla ha a che vedere con eventuali gesti di protesta fuori luogo.
La nostra comunità crede fermamente nel dialogo e nel rispetto reciproco. Non c’è spazio per la violenza e per messaggi di odio: serve responsabilità da parte di tutti. Rinnoviamo il nostro impegno per costruire una Torino plurale, coesa e forte, basata su valori di rispetto e solidarietà.
Il comunicato di Torino per Gaza
Troviamo assurdo che le prime pagine dei giornali lascino spazio all’indignazione per un po’ di cartone bruciato, mentre, con il sostegno politico, economico e militare del governo Meloni, da 18 mesi è in corso il genocidio del popolo palestinese e, proprio in queste settimane, la crisi umanitaria a Gaza raggiunge una gravità senza precedenti.
Tuttavia, sentiamo il bisogno di rispondere alle strumentalizzazioni razziste e islamofobe e alle narrazioni distorte. La foto di Meloni non è stata bruciata durante le celebrazioni religiose, ma durante la nostra manifestazione. Nonostante ciò, gran parte della politica e dei media si sono affrettati a mescolare velocemente i due eventi, diversi tra loro, per accusare collettivamente la comunità islamica e portare avanti la solita narrazione islamofobica.
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Ardmando
31 Marzo 2025 at 20:55
Intanto il sindaco che qui definisce il gesto “inqualificabile” ieri era alla festa per la celebrazione della fine del “ambaradan”. Servo dell’islam. Ricordatene Torino, alle prossime elezioni. Ma i torinesi a quanto pare amano soffrire e farsi colonizzare.