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Cronaca

Askatasuna, 18 condanne per gli assalti al cantiere TAV ma cade l’associazione a delinquere

Per i giudici non c’è associazione a delinquere perché “il fatto non sussiste”

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TORINO – Sono 18 gli esponenti di Askatasuna condannati per gli assalti al cantiere Tav in Valsusa, con condanne dai 4 anni e 9 mesi ai 5 mesi di reclusione e 10 assoluzioni. Dopo due anni di indagini, ventotto rinvii a giudizio, settantadue capi di imputazione, migliaia di ore di intercettazioni telefoniche e ambientali, cade ora l’accusa di associazione a delinquere formulata dalla procura. Per i giudici “il fatto non sussiste”.

Per la vicepresidente della Regione Piemonte Elena Chiorino: “Delinquenti con cui lo Stato non deve e non dovrà mai scendere a patti: questi erano, sono e rimangono i militanti di Askatasuna. Le sentenze si rispettano, sempre. Ma la politica ha il dovere di non arretrare di un millimetro di fronte a chi usa la violenza come strumento di lotta e tenta di mascherare il fanatismo ideologico da dissenso”.

A gioire della sentenza sono invece il vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi, la capogruppo di AVS in Piemonte, Alice Ravinale, e la capogruppo di Sinistra Ecologista al Comune di Torino, Sara Diena: “In fine è avvenuto ciò che speravamo e ci aspettavamo: è caduta in primo grado l’accusa di associazione a delinquere per 16 membri del centro sociale Askatasuna e del Movimento No TAV, nonostante le condanne, comunque molto ridotte rispetto alle richieste della Procura, per alcuni singoli imputati per gli altri capi d’accusa. Abbiamo sempre pensato che l’accusa di associazione a delinquere fosse frutto di un teorema del tutto infondato, completamente fuori luogo per persone che con i loro atti non si sono arricchite né avvantaggiate in nessun modo. Che le iniziative del centro sociale per il contrasto alla precarietà abitativa, la promozione dello sport popolare, la distribuzione di cibo e tamponi durante il lockdown, i corsi di italiano per stranieri non siano mai state una maschera per altre finalità. Le responsabilità penali sono sempre personali e non è mai esistito un nucleo che architettasse un programma criminoso. Di fatto non accolta in questa sede anche la richiesta monstre di risarcimento del danno: dovrà essere provato davanti al Tribunale Civile. Come abbiamo sempre detto, Askatasuna non è un covo criminale e continuerà a esistere, anche come bene comune. Ci aspettiamo delle scuse da chi, da destra, aveva dimenticato ogni garantismo e attaccato pesantemente in questi mesi imputati e solidali e auspichiamo che ora si apra una riflessione sull’uso sproporzionato del diritto penale contro il dissenso e i movimenti sociali”.

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3 Commenti

1 Commento

  1. Ardmando

    31 Marzo 2025 at 20:53

    Non serve un giudice per definire questi idioti dei criminali, sono le azioni che parlano per loro.
    E chi gioisce? La FECCIA della politica italiana. Povera Italia, quanto avresti bisogno di una guida forte e inflessibile che cancelli la feccia di sinistra per sempre.

  2. Maria

    1 Aprile 2025 at 17:03

    Sempre inflessibili con gli “sbirri” che fanno il loro dovere e passivi con i delinquenti che
    glielo impediscono.

  3. Mauro

    2 Aprile 2025 at 0:04

    Se associarsi in dozzine di persone con lo scopo deliberato, e provato dai fatti, di danneggiare beni pubblici e assaltare le Forze dell’Ordine incaricate dallo Stato di proteggerli non viene ritenuta “Associazione a Delinquere” forse è il caso di rimandare a scuola i magistrati che hanno deliberato in tal senso, ma questa volta fornendoli come testo del Codice Penale Italiano e di un dizionario recente della nostra lingua, e non della collezione dei fumetti di Paperino…

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