Cronaca
Il MuPIn fa il salto di qualità sfruttando il digitale per portare ovunque le sue collezioni con modelli 3D, videomapping, metaverso e gamification
Il Museo Piemontese dell’informatica rende disponibili online le sue collezioni in attesa di poter aprire al grande pubblico

Venerdì 28 marzo si è svolta presso Rinascimenti Sociali a Torino la conferenza stampa di presentazione del Progetto Bando TOCC 2023 realizzato dal Museo Piemontese dell’Informatica – MuPIn.
Il progetto vuole creare una piattaforma che permette di accedere con una grafica tridimensionale alle collezioni del Museo, in cui i visitatori possano muoversi liberamente, interagire con le esposizioni, scoprire contenuti multimediali e vivere esperienze didattiche innovative, anche a distanza. In questo modo il MuPIn punta a digitalizzare e rendere accessibile a tutti il patrimonio del museo con modelli 3D dei calcolatori storici, esplorabili online, l’uso del videomapping interattivo, per un’esperienza immersiva di visita, la nascita del metaverso del MuPIn, un museo virtuale accessibile ovunque e una gamification dei contenuti per imparare la storia dell’informatica giocando. Il progetto è finanziato nell’ambito del bando TOCC – Transizione Digitale degli Organismi Culturali e Creativi, promosso dal Ministero della Cultura con fondi PNRR.
E’ anche disponibile online una prima versione del catalogo dell’OPAC con cui è possibile consultare online i libri e manuali che fanno parte della gigantesca raccolta di documenti legati al mondo dell’informatica, del computer e del digitale.
Il MuPIn è sempre alla ricerca di nuovo materiale come libri, manuali, riviste, software, memorabilia per arricchirla, e di mobili per poter esporre ulteriore materiale. Ogni donazione di materiali e di denaro è gradita.
Il videomapping, una tecnica all’avanguardia che permette di proiettare immagini e video su superfici reali, sta rivoluzionando il modo in cui interagiamo con gli oggetti statici, trasformandoli in display interattivi. Nel contesto del MuPIn, questa tecnologia ha trovato un’applicazione straordinaria, valorizzando le collezioni storiche e narrando l’evoluzione dell’informatica in modo innovativo. Durante le serate dell’evento “A bit of [hi]story”, i visitatori hanno potuto assistere a spettacoli che combinavano musica e videomapping, arricchendo l’esperienza museale con elementi visivi e sonori coinvolgenti.
Grazie alle tecnologie avanzate di scansione e modellazione tridimensionale, i modelli 3D dei calcolatori storici del MuPIn sono ora accessibili online. Questo processo trasforma la collezione fisica in un archivio digitale interattivo, preservando e rendendo accessibili pezzi unici della storia dell’informatica. I modelli 3D rappresentano un ponte tra passato e futuro, permettendo a tutti di interagire con il patrimonio tecnologico in modi mai visti prima.
Il metaverso del MuPIn non è solo una replica digitale del museo fisico, ma un vero e proprio laboratorio di sperimentazione. In questo spazio virtuale, oggetti storici, documenti d’archivio e narrazioni digitali si fondono in un racconto coinvolgente. Il progetto prevede la ricostruzione di ambienti ispirati alle sale del museo, arricchiti da contenuti interattivi, quiz, video e avatar con cui dialogare. Il metaverso del MuPIn è solo l’inizio di un percorso più ampio, che mira a integrare tecnologia, educazione e memoria, costruendo un ponte tra passato e futuro dell’innovazione.
L’implementazione della gamification nel metaverso del MuPIn e nelle esperienze digitali del museo permette ai visitatori di apprendere divertendosi. Attraverso quiz, puzzle e sfide interattive, gli utenti possono immergersi in un racconto coinvolgente che svela il contributo di figure femminili straordinarie nella storia della tecnologia. Il modulo dedicato alle donne nella storia dell’informatica guida il pubblico alla scoperta di scienziate, matematiche e ingegnere che hanno cambiato il mondo della tecnologia.
Alla presentazione hanno partecipato Elia Belussi presidente MuPIn, Vittorio Pasteris vice presidente MuPIn, Giuliano Poretti che si è occupato del videomapping e Fabrizio Radica che ha seguito la realizzazione del museo 3D.
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