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Salute

Cardiopatia ischemica: al Mauriziano c’è un nuovo esame più rapido e sicuro che ci dice come stanno le nostre coronarie

La cardiopatia ischemica è la più diffusa e mortale tra le malattie del cuore: ogni anno registra in Italia circa 220mila decessi

Alessia Serlenga

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TORINO – Al Mauriziano il sospetto di cardiopatia ischemica, la più diffusa e mortale tra le malattie del cuore, quella che colpisce le coronarie e le rende incapaci di far giungere sangue e ossigeno al cuore, si affronta con un nuovo esame di Medicina Nucleare, più rapido, completo e sicuro e che permette ai pazienti di ricevere una diagnosi più precisa e funzionale al percorso di cura cardiologico.

L’esame si esegue con la PET iniettando per via endovenosa una quantità di radiofarmaco e rilevando la sua distribuzione nell’organismo e in particolare nel cuore e nell’apparato cardiocircolatorio, prima a riposo e poi sotto sforzo. Il farmaco oggi a disposizione della Medicina Nucleare del Mauriziano si chiama “CardioGen” e utilizza il Rubidio-82, atomo radioattivo che dimezza la propria radioattività in appena 75 secondi e che al termine dell’esame consente al paziente di tornare completamente “pulito” e non più radioattivo riprendendo la propria attività quotidiana senza alcun tipo di limitazione. Questo tipo di esame offre inoltre una maggiore qualità delle immagini e permette una valutazione dinamica del flusso coronarico, fondamentale per la decisione del cardiologo sulla prosecuzione del percorso di cura.

Il nuovo esame realizzato al Mauriziano con la PET rappresenta l’evoluzione della classica scintigrafia cardiaca, eseguita con il Tecnezio-99 (sostanza radioattiva che si dimezza ogni sei ore e rende il paziente radioattivo per circa 24) e che di norma fa intercorrere una settimana di distanza tra la prova a riposo e quella sotto sforzo.

«Oltre alla maggiore qualità delle immagini e alla conseguente maggiore precisione della diagnosi, questo esame offre una maggiore radioprotezione a operatori e paziente permettendo a quest’ultimo di doversi recare una sola volta in ospedale e di esaurire in meno di un’ora una procedura che diversamente lo terrebbe in ballo per almeno una settimana», affermano il dottor Osvaldo Elia, direttore della Medicina Nucleare e il dottor Michele Stasi, direttore della Fisica sanitaria dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano.

«Una diagnosi tanto accurata permette al cardiologo una rivascolarizzazione più appropriata del paziente, fondamentale per fronteggiare al meglio una patologia come la cardiopatia ischemica, malattia cardiovascolare più diffusa che in Italia conta ogni anno circa 220mila decessi», sottolinea il dottor Giuseppe Musumeci, direttore della Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano.

Il Mauriziano è il primo ospedale del Nord Italia (secondo in tutto il Paese, dopo l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli) ad adottare questo tipo di esame e, per andare incontro a una richiesta molto sentita su tutto il territorio regionale, ogni settimana gli dedicherà l’intero sabato, dalle ore 8 alle 16, con l’obiettivo di quadruplicare il numero di pazienti a oggi trattati.

«È molto importante poter offrire ai nostri pazienti nuovi ed efficaci percorsi di cura – sottolinea Franca Dall’Occo, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano -. Il contributo che gli specialisti della Medicina Nucleare e della Cardiologia potranno offrire alla cura di una malattia tanto importante sottolinea ancora una volta l’attenzione continua che il nostro ospedale dedica ogni giorno ai propri pazienti».

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