Cultura
La storia del teatro Carignano, uno dei gioielli di Torino
Un simbolo della cultura non solo di Torino ma di tutta Italia

TORINO – Nel cuore di Torino, tra le vie eleganti e i fasti della storia sabauda, si erge uno dei più raffinati esempi di teatro all’italiana: il Teatro Carignano. Più che un semplice luogo di spettacolo, questo teatro incarna secoli di trasformazioni urbanistiche, fervore culturale e ambizioni dinastiche. La sua storia inizia nel pieno della Torino tardo cinquecentesca, quando la Casa Savoia, proiettata verso la modernità, imprime alla città un volto nuovo, degno di una capitale europea.
Nel 1684, con l’ascesa al trono di Vittorio Amedeo II, Torino vive una nuova stagione di splendore. L’arrivo di Filippo Juvarra, maestro del barocco, ridefinisce l’architettura urbana, e il suo allievo Benedetto Alfieri – zio del celebre Vittorio – ne prosegue la visione, plasmandone il volto con opere imponenti. In questo scenario di rinnovamento, nel 1710 il principe Vittorio Amedeo di Carignano decide di trasformare un antico salone per il gioco della pallacorda, noto come Trincotto Rosso, in un’elegante sala teatrale. Nasce così un luogo destinato a diventare crocevia di cultura e mondanità, inizialmente con 56 palchetti destinati all’aristocrazia torinese.
L’inaugurazione nel 1727
Ma è nel 1727 che il teatro si apre davvero alla città: ceduto alla Società dei Cavalieri, diventa palcoscenico di prosa, canto e balletto. Il grande salto avviene nel 1753, quando il Principe Luigi Vittorio di Carignano affida all’architetto regio Benedetto Alfieri una ricostruzione radicale. L’inaugurazione avviene a Pasqua, con La Calamita dei cuori di Carlo Goldoni, musicata da Baldassarre Galuppi: un debutto fastoso che suggella il prestigio del Carignano.
Il 16 febbraio 1786 un incendio devasta il teatro, ma la sua rinascita è immediata. L’architetto Gian Battista Feroggio lo ricostruisce con quattro ordini di palchi, restituendogli la magnificenza di un tempo. Durante la Restaurazione, tra il 1821 e il 1855, il teatro ospita la Compagnia Reale Sarda, istituita sul modello della Comédie Française e destinata a lasciare un segno indelebile nella storia teatrale italiana.
Nel 1870 diventa del comune
Passato sotto la proprietà del Comune nel 1870, il Carignano continua a reinventarsi. Nel 1885 l’architetto Carrera lo modernizza, chiudendo il porticato per ricavare uffici, trasformando il quarto ordine di palchi in galleria e creando una sala sotterranea, dapprima birreria e poi, nel 1903, una delle prime sale cinematografiche torinesi.
Nel 1912 il teatro cambia ancora padrone: i fratelli Chiarella, imprenditori genovesi, ne acquisiscono la proprietà, integrandolo nella loro rete di teatri e cinema cittadini. Dopo vent’anni, nel 1932, il Comune di Torino torna in possesso del Carignano, pur lasciandone la gestione ai Chiarella per alcuni decenni. Solo nel 1977 la proprietà viene definitivamente trasferita alla Città, che affida la programmazione al Teatro Stabile di Torino.
L’ultimo grande restauro, avviato nella primavera del 2007 e concluso nel 2009, ha restituito al Carignano il suo antico splendore. Gli ingressi originali sono stati ripristinati, l’antica birreria sotterranea trasformata in una caffetteria, e gli spazi interni riportati alla loro eleganza originaria.
Attori, attrici e autori
Attraverso i secoli, il Teatro Carignano ha visto sfilare sul suo palco i più grandi protagonisti della scena italiana e internazionale: da Carlo Goldoni a Vittorio Alfieri, da Niccolò Paganini a Friedrich Nietzsche, da Sarah Bernhardt a Eleonora Duse, fino a Gabriele D’Annunzio, Luigi Pirandello, Arturo Toscanini, Jean Cocteau, Eugène Ionesco, Vittorio Gassman, Dario Fo, Eduardo De Filippo, Primo Levi, Mariangela Melato e Harold Pinter.
Un teatro che non è solo un edificio, ma un testimone silenzioso di epoche, passioni e rivoluzioni culturali. Oggi, come allora, il Carignano continua a incantare il pubblico, scrivendo ogni sera una nuova pagina della sua straordinaria storia.
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