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Società

E’ partito da Torino il “Prisons Tour” nelle carceri con workshop di rap e concerti

I concerti del “Prisons Tour” propongono un mix di rap, funk e rock, coinvolgendo i detenuti non solo come spettatori, ma anche come protagonisti

Gabriele Farina

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TORINO – La musica come strumento di riflessione, crescita e speranza. Con questo spirito torna il “Prisons Tour“, il progetto musicale che porta concerti e laboratori di scrittura nelle carceri del Nord Ovest. L’iniziativa, organizzata dalla Brothers Keeper Ministry di Torino con il supporto del Consiglio regionale del Piemonte, si arricchisce quest’anno di un’importante novità: i workshop di rap e scrittura di canzoni, pensati per aiutare i detenuti a elaborare la loro storia personale attraverso la musica.

Un percorso tra musica e riflessione

L’edizione 2024 del “Prisons Tour” è guidata dal cantante torinese Gionathan e dall’artista olandese BlackRockStar. Dopo un’anteprima tenutasi il 22 marzo nella casa di accoglienza per detenuti ed ex detenuti della Brothers Keeper a Pianezza, il tour è entraTO ufficialmente negli istituti penitenziari a partire dal 24 marzo con una tappa alla casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino. Il viaggio prosegue poi il 25 marzo a Brissogne (Aosta) e il 26 marzo a Biella.

I workshop rappresentano il cuore dell’iniziativa: piccoli gruppi di detenuti, composti da 15-20 partecipanti, vengono guidati nella scrittura di testi musicali che raccontano esperienze personali, emozioni e speranze per il futuro. Il laboratorio, della durata di due ore, permette loro di scegliere una base musicale, scrivere versi e ritornelli e, in alcuni casi, registrare il proprio brano su un supporto audio, lasciando così un ricordo tangibile del percorso compiuto.

Un’iniziativa di supporto e reintegrazione

Dietro il “Prisons Tour” c’è l’impegno costante della Brothers Keeper Ministry, fondata da Salvatore Barone e sua moglie Daniela Catena. Da oltre vent’anni l’associazione si dedica al supporto dei detenuti e delle loro famiglie, offrendo assistenza pratica, psicologica e spirituale, oltre a gestire quattro case di accoglienza per chi cerca una seconda possibilità dopo la detenzione.

Gionathan, già protagonista di iniziative benefiche come la raccolta fondi per la fibrosi cistica a Rivoli, porta avanti con entusiasmo questo progetto, sottolineando l’importanza della speranza anche per chi ha commesso errori. «Il nostro obiettivo è dare ai detenuti la possibilità di ritrovare un senso di speranza nonostante la loro situazione. Anche se hanno sbagliato, c’è sempre l’opportunità di fare una scelta positiva per la loro vita», spiega il cantante.

Musica come riscatto

BlackRockStar, nome d’arte di Rivelino Rigters, ha un’esperienza di vita intensa che lo lega profondamente al messaggio del tour. Cresciuto tra povertà, criminalità e carcere, ha trovato una via di riscatto attraverso la musica e la fede. Oggi, con i suoi testi, racconta il suo percorso di rinascita e trasmette ai detenuti un messaggio di speranza e cambiamento.

I concerti del “Prisons Tour” propongono un mix di rap, funk e rock, coinvolgendo i detenuti non solo come spettatori, ma anche come protagonisti. Dopo l’esibizione degli artisti, chi ha partecipato ai workshop può salire sul palco per eseguire il proprio brano, concludendo l’esperienza con una sessione di freestyle e improvvisazione.

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