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La storia di Erika Colombatto, morta durante un intervento per la riduzione dell’intestino

Nonostante l’assoluzione nel penale, i medici dovranno risarcire la famiglia di Erika Colombatto per 600.000 euro

Luca Vercellin

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SAN CARLO CANAVESE –Erika Colombatto, una giovane donna di 23 anni originaria di San Carlo Canavese, è morta il 26 luglio 2017.

Il decesso è avvenuto durante un intervento chirurgico.presso il Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo. La giovane mamma, che aveva appena una bambina di nove mesi, si era sottoposta a un intervento di riduzione dello stomaco.

Aveva deciso di affrontare questa procedura  dopo la gravidanza, quando si sentiva emarginata a causa dei cambiamenti nel suo corpo.

Il suo decesso ha lasciato un dolore insopportabile nei suoi familiari, in particolare nel marito Younes Lhou, con cui Erika si era sposata da appena un anno, e nel padre Sergio, originario di Cirié.

A seguito della tragica morte di Erika, la procura di Bergamo ha avviato un’inchiesta per chiarire le cause dell’accaduto. È stata disposta l’autopsia prima del funerale. Il caso ha suscitato un ampio dibattito e ha portato a un processo civile per ottenere giustizia per la giovane mamma.

Nel corso del processo civile, è stato stabilito un risarcimento di 600.000 euro per la famiglia Colombatto. Il processo penale aveva già visto l’assoluzione dei medici accusati inizialmente di omicidio colposo. I familiari di Erika avevano richiesto con forza una risposta alle circostanze della sua morte e si sono battuti affinché fosse fatta chiarezza.

Erika, infatti, aveva già subito diversi interventi di riduzione dello stomaco, ma quello del 26 luglio si è rivelato fatale. Durante la procedura, il suo cuore ha smesso di battere e non è stato possibile salvarla.

La sua morte ha scosso la comunità di San Carlo Canavese e ha portato a un’indagine approfondita.

In memoria di Erika, i suoi familiari hanno continuato a lottare per ottenere giustizia e far luce su quanto accaduto. La sua morte è una tragedia che ha segnato la vita di chi le voleva bene e che ha sollevato importanti interrogativi sulla sicurezza degli interventi chirurgici di riduzione dello stomaco.

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