Cronaca
Operaio caduto dal tetto a Leinì: secondo l’autopsia, nulla avrebbe potuto salvarlo
In seguito alla caduta, Abdelkarim Alaa Ragarb Ramadam ha riportato ferite talmente gravi che non ci sarebbe stato nulla da fare anche se i colleghi avessero allertato immediatamente i soccorsi

LEINÌ – Sono arrivati i primi risultati dell’autopsia eseguita sul corpo di Abdelkarim Alaa Ragarb Ramadam, l’operaio egiziano deceduto la scorsa settimana a seguito di una caduta all’interno di un capannone a Leini: con ogni probabilità, non ci sarebbe stata alcuna possibilità di salvare il giovane.
Infatti, le lesioni riportate dall’uomo, precipitato dal tetto del fabbricato in fase di ristrutturazione, erano così gravi che, secondo l’esame medico-legale, il suo destino sarebbe stato comunque segnato, anche se i colleghi avessero allertato immediatamente i soccorsi. In quella circostanza, per ragioni ancora da chiarire, i compagni di lavoro, invece di contattare il 118 subito dopo l’incidente, hanno trasportato l’operaio autonomamente al pronto soccorso dell’ospedale Giovanni Bosco, dove è poi deceduto alcune ore dopo. Inoltre, una volta arrivati in ospedale, hanno riferito ai medici che il 35enne si era ferito a causa di un incidente domestico.
Attualmente, gli indagati per la vicenda rimangono quattro, tra amministratori e responsabili delle imprese impegnate nei lavori di ristrutturazione dell’immobile situato nella zona industriale di Leini. Tuttavia, non si esclude che le indagini della procura di Ivrea possano coinvolgere altre persone nei prossimi giorni: quando i carabinieri sono giunti sul posto, infatti, hanno riscontrato che qualcuno aveva già ripulito le tracce di sangue nel punto esatto in cui l’operaio era precipitato.
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