Società
Al Balon di Torino spunta una lettera d’amore del 1952
Teresa si sarà presentata all’appuntamento?

TORINO – Al Balon è facile trovare piccoli gioielli e curiosità, lo sanno bene i tanti appassionati che passano i weekend a scavare tra vecchi mobili e libri antichi. Quello che vi proponiamo oggi è però qualcosa di diverso, è una lettera d’amore datata 7 maggio 1952, una lettera segreta, che rivela la passione e l’ammirazione e si conclude con un appuntamento. La lettera è stata recuperata da Nicoletta carbotti e pubblicata su Instagram. Teresa si sarà presentata quel venerdì?
La lettera di Mario a Teresa del 7 maggio 1952
Gentilissima signorina Teresa, la mia lettera, suppongo, che ti sembrerà un po’ strana, sia perché le nostre relazioni che, pur essendo molto cordiali non sono del tutto intime, non permetterebbero a rigore un ardire tanto grande da parte mia, e sia perché, se avessi qualche cosa di importante da comunicarti, non dovrei aver bisogno di scriverti dato che io abito a due passi da casa tua.
Ma se ti scrivo, una ragione c’è anche se a prima vista non si direbbe.
Cento volte ho proposto a me stesso di parlarti per manifestarti il mio pensiero ma cento volte un esplicabile sentimento di riguardo o di timidezza mi ha impedito di mettere in pratica la mia decisione. Perciò, nella quiete del mio ufficio, lontano da te, senza il tuo sguardo cosi dolce ma così freddo sopra di me, saprò trovare le parole che davanti a te non mi salgono alle labbra.
Gentile Teresa, non aspettarti da me una lettera colma di florilegi sentimentali e di frasi tenere e sospirose, non sono un poeta, né finora avevo invidiato i poeti… ma ora si che li invidio; e vorrei la penna di Dante e di Petrarca per esaltarti in rime dolcissime, per cantare la tua beltà, per intenerirti e non farmi negare ne aspettare troppo un desideratissimo sì.
Poi penso, ma che varrebbe il fantasioso brillìo delle parole se tu nulla sei riuscito a destinarle nel petto? L’amore non è un sentimento che può svilupparsi per effetto di espressioni verbali o per fantasiose ricerche di immagini. Esso è un meraviglioso fiorellino di prato che nasce spontaneo e cresce a dispetto delle avversità. Gli bastano un po’ di terriccio e una goccia di rugiada per dargli alimento e farlo venir su malioso e profumato; Non è il delicato e raro esemplare che vegeta in una serra accuratamente sorvegliato e che ha bisogno di tutti i riguardi per poter sopravvivere.
Signorina Teresa, è fatica vana descriverti quale tumulto di pensieri e di effetti che desti in me da un po’ di tempo, e fra questi pensieri e questi effetti ne scorgo uno, il più bello, il più grande, il più fulgido di tutti: quello di essermi innamorato di te.
Gentile Teresa, sì! Io sono innamorato di te di un amore che nessun poeta o scrittore ha mai saputo definire; Perché questo intimo senso di gaudio paradisiaco e di tormento appassionato si sente in tutte le fibre, ci esalta e ci annulla ci fa sorridere gli occhi di gaiezza e ci stringe il petto in un’angoscia carezzosa, ma è impossibile racchiuderlo nel giro di una frase. In me questo senso sublime è centuplicato: ardo, brucio, mi consumo.
E una sublime illusione si fa scia e mi fa sognare i più lucenti sogni d’amore. Signorina Teresa, l’innamorato non ha bisogno di dormire per sognare, anche ad occhi aperti, egli vive un’atmosfera di sogno. Pensando all’amore, a colei che l’ha sconvolto, a colei che gli ha suggerito gli effetti più belli, egli si estranea dal mondo: cerca limpidi cieli dove poter spaziare col pensiero, anela orizzonti vasti e sconfinati dove poter dolcemente cullare la sua indescrivibile felicità.
Signorina Teresa, io mi sono innamorato di te: come e perché non lo so. Mi sono sentito nel cuore qualcosa che non avevo mai provato; qualcosa di dolce che mi fa vivere attimi di dolcezza grandissima. Io ti amo, Teresa! Ti sembrerà strano forse ma il fatto è che davanti a te ho sempre fatto in modo di non far trasparire i miei sentimenti, nel timore che te ne accorgessi e che potessi riderne. Ma ora non esito più: devo dirtelo. Non è molto quello che posso offrirti, ma pensa che, se tu accetterai questa offerta d’amore la mia vita sarà consacrata alla tua felicità.
Gentile Teresa, mi preme più di tutto farti presente una cosa, che spero non te ne avrai a male perché se sei intelligente, come credo, di quanto ti ho scritto non dire niente a nessuno perché sai anche tu come la pensano le persone che ci stanno vicino. Che di fronte a te ti fanno vedere una cosa e invece è l’altra. Perciò penso che sarai così tanto gentile che quanto ti ho esposto in questa lettera abbia a rimanere soltanto dentro di te, tanto se la tua intenzione è positiva, tanto se è negativa.
Gentile Teresa, io ti aspetto venerdì sera verso le otto e mezzo o nove. Se non hai nulla in contrario, Se invece preferisci darmi una risposta per iscritto guarda che la attendo al più presto possibile.
Colgo col pensiero le rose più fragranti e le depongo i tuoi piedi; sussurro con un tremito sulle labbra i pensieri più ardenti e più appassionati che in questa lettera ti ho scritto e te ne faccio dono nell’attesa che vengano da te accettati.
Mario
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