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Shen Yun al Regio di Torino: arte o propaganda cinese?
La Shen Sun Performing Arts è al centro di uno scandalo per sfruttamento, violazione delle libertà personali e di essere uno strumento di propaganda. Si è esibito tre volte al Regio di Torino

TORINO – Il 10 marzo Ferrante De Benedictis ha presentato un’interpellanza durante il Consiglio Comunale, riguardante la compagnia Shen Yun Performing Arts.
La compagnia, che si esibisce al Teatro Regio di Torino, è al centro di una controversia legata ai suoi legami con il movimento Falun Gong, una pratica spirituale che ha suscitato numerosi dibattiti a livello internazionale.
Shen Yun è stato accusato di utilizzare le sue esibizioni come veicolo di propaganda per questo movimento.
Nel corso dell’interpellanza, De Benedictis ha sollevato preoccupazioni riguardo alla selezione degli spettacoli ospitati dal Teatro Regio, una delle principali istituzioni culturali di Torino, che è parzialmente finanziata con fondi pubblici.
In particolare, si è messo in discussione il fatto che Shen Yun sia stato più volte ospitato nonostante le polemiche e le accuse internazionali.
L’inchiesta del New York Times ha rivelato gravi accuse contro la compagnia. Sfruttamento del lavoro, controllo della libertà personale degli artisti e violazioni dei diritti umani.
Alcuni ex membri della compagnia hanno denunciato ritmi di lavoro e stipendi molto bassi, e si è parlato di difficoltà per i membri di lasciare l’organizzazione.
De Benedictis ha chiesto al Comune di Torino se fosse a conoscenza di queste accuse e se fossero stati effettuati controlli prima di riproporre lo spettacolo nel 2025.
Ha anche sollecitato una verifica sui criteri di selezione degli spettacoli e l’adozione di protocolli per evitare che compagnie con legami controversi vengano ospitate in strutture pubbliche.
Il consigliere ha sottolineato che, pur essendo il Teatro Regio una fondazione di diritto privato, la sua forte partecipazione pubblica implica una responsabilità da parte delle istituzioni di vigilare sulla trasparenza e sul rispetto delle normative.
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Ardmando
13 Marzo 2025 at 19:52
Propaganda cinese, pura e semplice. I burocrati dell’UE stanno svendendo tutto alla Cina. E’ tempo che anche la dittatura orientale collassi così come quella Russa. Avremo un Mondo migliore.
Chiara
18 Aprile 2025 at 11:18
Ho imparato presto che la danza è un linguaggio fatto di silenzi, di regole, di rinunce. Ma mai, nemmeno nei giorni più duri, ho pensato che fosse giusto sacrificare la propria dignità per un applauso.
Negli ultimi anni ho osservato con attenzione l’arrivo in Italia di spettacoli che portano con sé un’estetica affascinante, colorata, quasi ipnotica. Eppure, dietro le quinte, le luci si spengono e restano solo i racconti – spesso sussurrati – di chi ha danzato con un sorriso imposto e un controllo costante sul proprio corpo e sulla propria mente.
Mi riferisco a realtà in cui la disciplina diventa obbedienza cieca, dove la danza perde la sua funzione espressiva per diventare veicolo di messaggi che gli stessi artisti non sono liberi di mettere in discussione.
Chi si occupa di cultura, chi programma stagioni teatrali, chi sceglie cosa portare sul palco, dovrebbe chiedersi sempre: che tipo di arte stiamo sostenendo? E a quale prezzo umano?
La bellezza, se costruita sul controllo e sul silenzio forzato, non è più bellezza. È solo spettacolo.