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Cronaca

Palloncini di vernice contro la sede di Leonardo e la polizia durante il corteo dell’8 marzo a Torino, risponde il Siulp

Dura la risposta del sindacato di polizia

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TORINO – È partito da piazza Massaua il corteo organizzato dal movimento femminista Non Una Di Meno nel giorno della festa della donna, con lo slogan «Se le nostre vite non valgono noi scioperiamo». Circa 400 manifestanti hanno marciato per le strade di Torino, con l’obiettivo – anche – di raggiungere la sede dell’azienda aerospaziale Leonardo in corso Marche, azienda coinvolta nella produzione di armamenti e tecnologie per la difesa, per denunciare le politiche di militarizzazione e le crescenti spese per la guerra.

Una volta arrivati, alcuni manifestanti hanno lanciato uova di vernice contro il cordone delle forze dell’ordine schierate a presidio dell’ingresso dell’azienda. “Leonardo – aveva detto una speaker – è complice del genocidio in Palestina”.

In seguito a quanto accaduto, è arrivata la risposta da parte del Siulp, Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia, che tramite un comunicato stampa dichiara:

L’8 marzo, mentre si celebra la Giornata della Donna, i soliti noti dei centri sociali hanno pensato bene di trasformarla nell’ennesima occasione per scaricare la loro rabbia sulle Forze dell’Ordine. Davanti ai cancelli degli stabilimenti “Leonardo”, hanno lanciato palloncini pieni di vernice sui poliziotti e sui loro mezzi, che poi sono stati ulteriormente vandalizzati.

E la cosa più grave? Gli agenti, pur subendo questa aggressione, non hanno potuto reagire. Perché? Perché in prima fila, ben calcolata e piazzata strategicamente, c’era una barriera di donne. Di fronte a questo squallido stratagemma, i cordoni di sicurezza sono stati costretti a subire in silenzio senza poter intervenire, sebbene queste gentili signore fossero agguerrite forse più dei maschi.

Perché sia chiaro: se i poliziotti avessero usato gli sfollagente per disperdere questa orda di barbari, si sarebbero ritrovati sul banco mediatico ( e non solo) degli “imputati” nel giro di poche ore.

A questo punto, più che la tuta da ordine pubblico converrebbe equipaggiarsi con tute da decoratori, perché ridurre la Polizia a bersaglio impunito di questi delinquenti è qualcosa di inaccettabile e vergognoso. Non solo si calpesta il rispetto per chi garantisce la sicurezza, ma si umilia lo Stato stesso nella sua autorità e nella sua dignità.

Fino a quando dovremo sopportare questa farsa? Fino a quando la Polizia dovrà essere il bersaglio di chi predica democrazia e libertà solo quando fa comodo? Forse per qualcuno è solo uno spettacolo, ma per le Forze dell’Ordine è una situazione ormai insostenibile. Gli autori? I soliti centri sociali, (Non una di meno e Askatasuna) quelli che, come sempre, la passeranno liscia, perché in questo Paese per qualcuno è solo un gioco.

Ma chiariamolo subito: noi a questo gioco non ci stiamo. Sappiamo bene che queste aggressioni non fanno più scalpore, che sono diventate “normali”, che probabilmente non interessa più a nessuno. Ma noi, come Sindacato, continueremo a denunciare questi atti vergognosi. Perché non possiamo accettare che chi difende la sicurezza di tutti venga trattato come un bersaglio, senza conseguenze per chi colpisce.

I poliziotti sono professionisti, responsabili, persone pronte a sacrificarsi per il proprio dovere. Ma nessuno si illuda di trasformarli in vittime sacrificali. A chi continua a vedere le Forze dell’Ordine come una minaccia diciamo chiaramente: il problema non siamo noi.

Forse chi ragiona così dovrebbe chiedersi se davvero appartiene a una società democratica. Perché qui, in Italia, la Polizia è dalla parte della legge e della sicurezza. E chi non lo accetta, probabilmente, ha riferimenti molto diversi.

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