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Cronaca

Extinction Rebellion occupa il Museo di Intesa San Paolo a Torino

Extinction Rebellion ha occupato simbolicamente il museo di Intesa Sanpaolo a Torino per protestare contro gli investimenti della banca nei combustibili fossili.

Luca Vercellin

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Extintion Rebellion Torino

TORINO – Un’azione di protesta ha scosso l’ultimo giorno della mostra American Nature presso le Gallerie d’Italia di Torino. Una trentina di attivisti di Extinction Rebellion hanno occupato simbolicamente una sala del museo di Intesa Sanpaolo per denunciare gli investimenti della banca nei combustibili fossili.

Gli attivisti, entrati regolarmente con il biglietto, si sono sdraiati nella sala dedicata ai danni ambientali causati dall’industria fossile, rappresentando la distruzione e la perdita di vite umane legate al cambiamento climatico. Contemporaneamente, all’esterno del museo, altri manifestanti hanno affisso cartelli di denuncia sugli uffici legali della banca.

“Questa mostra celebra la natura e chi la difende, mentre Intesa Sanpaolo continua a finanziare progetti altamente inquinanti” ha dichiarato Sofia, una delle attiviste. Tra il 2016 e il 2023, la banca ha investito 1,3 miliardi di dollari in progetti ad alto impatto ambientale, come il megaterminale di gas naturale liquefatto in Texas e la piattaforma Coral North in Mozambico.

La protesta di Torino segna l’inizio della campagna Primavera Rumorosa, un movimento di mobilitazione nazionale che culminerà a Roma dal 25 aprile al 1° maggio con una settimana di manifestazioni, marce e concerti per la giustizia climatica e sociale. Extinction Rebellion invita i cittadini a unirsi alla mobilitazione per chiedere un cambiamento nelle politiche ambientali e finanziarie.

 

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1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    2 Marzo 2025 at 22:49

    Carcere duro per questa feccia dei centri sociali. Diciamo grazie alle amministrazioni comuniste attuali e precedenti (il movimento 5 STALLE rientra nel computo) se questa feccia ignorante ha modo di fare quello che fa. Mandare l’esercito a reprimere le “proteste” di questi disadattati.

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