Cronaca
Nessuna perizia psichiatrica per Pietro Costanzia di Costigliole, che aggredì per strada a Torino un uomo con il machete
La richiesta era stata avanzata dalla difesa

TORINO – Nessuna perizia psichiatrica per Pietro Costanzia di Costigliole, il giovane di nobile famiglia piemontese coinvolto nel caso del ventitreenne gravemente ferito a colpi di machete in una strada di Torino nel 2023. La vittima, a seguito dell’aggressione, ha subito l’amputazione di una gamba.
Il giudice per l’udienza preliminare ha respinto la richiesta avanzata dalla difesa, che aveva presentato documentazione proveniente dalla Spagna – dove Pietro ha vissuto – da cui emergevano disturbi caratteriali, verosimilmente legati al consumo di droghe.
Il movente dell’aggressione
L’agguato, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato una punizione per un presunto approccio sessuale avvenuto cinque mesi prima ai danni della fidanzata di Pietro Costanzia di Costigliole. L’episodio, rimasto segreto fino a febbraio, avrebbe spinto Pietro e i suoi complici a organizzare l’attacco.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, Pietro, insieme al fratello e a un amico su uno scooter, avrebbe atteso la vittima sotto casa di un quarto complice. Quest’ultimo avrebbe attirato il giovane nella zona con un pretesto. Quando il ventitreenne è passato in monopattino, Pietro avrebbe estratto il machete e colpito la vittima alla gamba.
Il processo e le decisioni degli imputati
I quattro imputati principali, tra cui Pietro Costanzia di Costigliole, hanno optato per il rito abbreviato. Gli altri imputati hanno scelto di patteggiare, con pene che – secondo indiscrezioni emerse a margine dell’udienza preliminare – arrivano fino a tre anni e quattro mesi di reclusione. Un solo imputato ha richiesto e ottenuto la messa alla prova.
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