Cittadini
Esplorando le cascine scomparse di Torino: un viaggio attraverso la carta topografica di Antonio Rabbini
Oggi, queste antiche cascine scomparse, continuano a vivere nel nome delle vie e nei ricordi delle generazioni passate
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TORINO – La carta topografica di Torino del 1867, realizzata dal geometra Antonio Rabbini, rappresenta un prezioso documento storico che offre uno spaccato della città e dei suoi contorni durante il XIX secolo. Questa mappa, in scala 1:23915, non è solo un semplice strumento di navigazione, ma una vera e propria finestra sul passato che rivela la posizione di molte antiche cascine, ora scomparse, ma che hanno lasciato un’impronta indelebile sul territorio urbano.
Le edizioni della topografia di Rabbini, pubblicate nel 1840, 1849, 1855 e 1867, sono state costantemente aggiornate per riflettere i cambiamenti urbanistici e territoriali della città . In particolare, l’edizione del 1867 conserva un particolare fascino: sebbene la rappresentazione del costruito fosse stata aggiornata solo per il centro urbano, essa conserva elementi significativi della configurazione territoriale del 1840.
Una delle caratteristiche più affascinanti di questa carta è l’allegato contenente l’elenco dei proprietari delle cascine, ville e fabbriche. Questo strumento permetteva di incrociare informazioni e risalire non solo alla posizione di ogni immobile, ma anche alla storia e alla vita delle famiglie che abitavano in quelle aree. Ad esempio, nomi come “Rossi Farmacista” o “Conte Nicolis di Robilant” evocano storie e personaggi che hanno contribuito a plasmare la comunità torinese.
Inoltre, la carta del 1867, sebbene riproduca la situazione del territorio come configurata nel 1840, ci offre la possibilità di osservare l’evoluzione della città , segnata dalla presenza della ferrovia e della cinta daziaria, elementi che segnarono un cambiamento significativo nell’assetto urbano e nella mobilità dei cittadini.
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