Asti
Sfruttamento del lavoro in un’azienda avicola: operazione della Guardia di Finanza di Asti
L’intervento rientra in un più ampio piano di controlli contro il lavoro sommerso avviato dall’estate 2024 dalla Guardia di Finanza di Asti e Canelli
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ASTI – Un’azienda del settore avicolo di Asti è finita nel mirino della Guardia di Finanza per gravi irregolarità nell’impiego della manodopera. Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Asti, alcuni lavoratori, tutti cittadini extracomunitari, sarebbero stati sfruttati e costretti a lavorare in condizioni proibitive, senza alcuna tutela contrattuale e previdenziale.
L’operazione, denominata “Chicken Game”, è stata condotta dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Asti e ha permesso di ricostruire il sistema illecito messo in piedi dal titolare dell’azienda, anch’egli extracomunitario. Secondo gli investigatori, i lavoratori venivano reclutati direttamente dal Centro di Accoglienza Straordinaria (C.A.S.) di Castello d’Annone e portati in azienda con auto private nelle ore serali e notturne, per sfuggire ai controlli. Una volta arrivati, venivano impiegati senza contratto, pagati in nero e privi di qualsiasi forma di assicurazione o tutela sanitaria.
Le Fiamme Gialle hanno accertato che i dipendenti lavoravano in ambienti insalubri, a contatto con guano e altri scarti avicoli, senza dispositivi di protezione o formazione sulla sicurezza. Un quadro allarmante che ha portato gli investigatori a ipotizzare il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, previsto dall’articolo 603 bis del codice penale, oltre a contestare al titolare dell’azienda i reati di lesioni personali e minacce.
Oltre alle violazioni penali, sono emerse anche gravi irregolarità fiscali e previdenziali. La Guardia di Finanza ha segnalato all’Agenzia delle Entrate un’evasione fiscale di 160 mila euro, mentre l’INPS ha elevato sanzioni per 18 mila euro per l’utilizzo di manodopera in nero.
Lotta al lavoro sommerso: i numeri dell’operazione
L’intervento rientra in un più ampio piano di controlli contro il lavoro sommerso avviato dall’estate 2024 dalla Guardia di Finanza di Asti e Canelli. In totale, sono state ispezionate 32 aziende, in particolare nei settori agricolo e ricettivo, portando alla verifica di 210 posizioni lavorative. Di queste, ben 140 sono risultate irregolari. Nove imprenditori sono stati sanzionati, tre dei quali denunciati per impiego di lavoratori privi di permesso di soggiorno, mentre altri tre sono stati segnalati all’Ispettorato del Lavoro per l’applicazione della maxi-sanzione e la sospensione dell’attività. L’INPS ha accertato contributi previdenziali evasi per un totale di 1,7 milioni di euro.
L’intera vicenda è ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e, come previsto dal principio di presunzione di innocenza, la colpevolezza dell’imprenditore sarà accertata solo in caso di sentenza definitiva.
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DAL BO ADELCHI
21 Febbraio 2025 at 15:53
SE FANNO CONTROLLI SERI NELLE MIGLIAIA DI DITTE IN ITALIA, NE TROVERANNO MOLTO BEN POCHE IN REGOLA, CON QUSTO GOVERNO è IL BELLO CHE GUDAGNA PERCHè BISOGNA LASCIARLO FARE (RUBARE)