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Cultura

Al MAU si inaugura l’opera di Mrfjiodor dedicata a Domenico Luciano, staffetta partigiana uccisa a 12 anni

L’opera è dedicata al piccolo Domenico Luciano, giovane staffetta partigiana, ucciso il 23 febbraio 1945 dai fascisti a soli 12 anni

Gabriele Farina

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TORINO – Dipingere un muro per raccontare una storia, per denunciare un’ingiustizia, per dare una voce potente al cambiamento, per rendere più bello un pezzo di città. È quello che è successo a Torino nel quartiere Borgo Vecchio Campidoglio dove, esattamente 30 anni fa, è iniziata l’avventura del MAU – Museo di Arte Urbana, il primo pionieristico progetto italiano per creare un insediamento artistico permanente all’aperto all’interno di un grande centro metropolitano.

Per poterlo ammirare e conoscere a fondo le opere artistiche che lo compongono, ogni quarta domenica del mese a partire dal 23 febbraio, partono le visite guidate, organizzate in collaborazione con Cultural Way. Il percorso si snoda attraverso le strade del quartiere e permette di scoprire 200 opere, 4000 mq, 100 artisti, giovani emergenti e artisti consolidati.

Si inaugura Undici di Mrfjiodor

Il 23 febbraio, in occasione della prima visita guidata, il tour terminerà alle ore 17 in Via San Rocchetto 34 con l’inaugurazione, a cura dell’Associazione Avvalorando e del Museo di Arte Urbana, di “Undici”, l’opera in memoria delle vittime della Resistenza, realizzata dall’artista torinese Mrfjiodor (Fijodor Benzo) e dedicata al piccolo Domenico Luciano, giovane staffetta partigiana, ucciso il 23 febbraio 1945 dai fascisti a soli 12 anni.

Un piccione viaggiatore trafitto da un proiettile e una busta che cade dal becco: questo il tema che Mrfjiodor ha scelto, realizzando, come nel suo stile, un’opera con soggetti dalle forme elementari ma fortemente cariche di significato.

“Il piccione viaggiatore nella sua funzione di portatore di messaggi, rappresenta l’essenza di Domenico – spiega Fijodor Benzo: un messaggero coraggioso, sempre pronto ad affrontare le intemperie e i pericoli della vita. Ho scelto di narrare questo fatto drammatico in modo non eccessivamente cruento; la mia intenzione è quella di evocare una riflessione profonda su come il coraggio e la dedizione di individui come Domenico possano essere soffocati dalla violenza, ma anche di sottolineare l’importanza del messaggio che portano con sé. In questo modo, il piccione viaggiatore diventa non solo un simbolo di una vita spezzata, ma anche un richiamo alla memoria e alla responsabilità collettiva, affinché il sacrificio di giovani come Undici non venga dimenticato”.

Domenico Luciano

Figlio e fratello di partigiani, Domenico Luciano, noto come “Undici” per la sua giovane età, nascondeva nella cartella di scuola informazioni e notizie. Il 23 febbraio 1945 si trovava con un gruppo di partigiani in un cascinale nelle campagne di Givoletto, quando l’edificio fu circondato dai repubblichini. Alle prime luci del giorno ebbe luogo un lungo conflitto a fuoco al termine del quale si decise di far uscire il ragazzo ad agitare un pezzo di stoffa bianco in segno di resa. Il ragazzo, allora, fu raggiunto da una raffica di mitra e ucciso.

A lui e al suo sacrificio, simbolo della lotta per la Liberazione, è dedicata l’opera di via S. Rocchetto 34 a Torino, che si inaugurerà proprio il 23 febbraio 2025, ad ottant’anni dalla sua vile uccisione. Il piccolo Domenico viveva nel quartiere Campidoglio e proprio nell’affascinate cortile di Via Rocchetto, già storica sede di una sezione del PCI, i compagni posero una lapide in sua memoria.

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