Politica
Striscione contro il Giorno del Ricordo al Campus Einaudi
Gli studenti del Fuan hanno chiesto una dura presa di posizione da parte dei vertici universitari

TORINO – Uno striscione contro il Giorno del Ricordo è comparso oggi da una palazzina adiacente al Campus Einaudi di Torino, affisso dal Movimento Cambiare Rotta.
“10 febbraio, con la resistenza jugoslava contro il revisionismo storico in università: la memoria è un campo di battaglia” recita lo striscione che ha ovviamente sollevato polemiche. Gli studenti del Fuan hanno chiesto una dura presa di posizione da parte dei vertici universitari.
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Ardmando
11 Febbraio 2025 at 8:30
Criminali comunisti ovunque, nemici della Patria che devono essere identificati e condannati. Feccia rossa. La storia è fatta da eventi e questi non si possono cambiare in nome della follia di un manipolo di minorati mentali.
Barbara di Leo
28 Febbraio 2025 at 18:50
Io sto con Sergio Mattarella che dice nel suo intervento nel giorno del ricordo queste parole:Ogni popolo, ogni nazione, porta con sé un carico di sofferenze e di ingiustizie subite. Apprezziamo gli sforzi, fatti dagli storici dell’una e dell’altra parte, per avvicinarsi a una memoria condivisa. Ma, ove questo non fosse facilmente conseguibile, e talvolta non lo è, dobbiamo avere la capacità di compiere gesti di attenzione, dialogo, rispetto.
Dobbiamo ascoltare le storie degli altri, mettere in comune le sofferenze, e lavorare insieme per guarire le ferite del passato.
Se ci si pone dalla parte delle vittime, dei defraudati, dei perseguitati, la prospettiva cambia, i rancori lasciano il posto alla condivisione, e si rende valore al percorso di reciproca comprensione.
È in questo spirito che, nel 2020, il Presidente Pahor e io ci siamo recati, insieme, prima alla Foiba di Basovizza, simbolo del calvario di tanti italiani, e poi al monumento dei giovani sloveni fucilati dal fascismo.
Non per dimenticare, né per rivendicare. Ma per trarre dagli errori e dalle sofferenze del passato l’ulteriore spinta per un cammino comune. Perché le diversità non dividono, ma diventano ricchezze se si collabora e si pensa, insieme, nell’ottica di futuro comune.