Cronaca
Caffè contaminato e cialde di scarto finiscono sul mercato, cosa succede nello stabilimento Lavazza di Gattinara
Il cliente dovrebbe sapere cosa beve.
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VERCELLI – Caffè ormai contaminato, materiale di scarto che arriva in pacchi e cialde, che finisce anche nelle nostre case.
Da quasi tre anni c’è qualcosa di davvero poco chiaro, e corretto, che accade in un reparto dello stabilimento Lavazza di Gattinara, in provincia di Vercelli. Reparto in cui arrivano tutti gli scarti del caffè confezionato che vengono recuperati e miscelati con il caffè che poi finisce sugli scaffali dei supermercati (e sulle nostre tavole).
Il recupero non avviene per categorie diverse, ma mischiato: arabica miscelato con il decaffeinato e con altre varietà e origini diverse, tostature diverse e anche di diversa qualità che finiscono insieme; il nuovo materiale viene confezionato e rivenduto. Ma ormai ha perso tutte le sue qualità olfattive e di gusto.
In soldoni, una volta nelle nostre tazzine, non sappiamo più che tipo di bevanda stiamo effettivamente consumando.
Il servizio di Report
È un dipendente del suddetto stabilimento, che vuole rimanere anonimo, che ha denunciato quanto vi accade dentro alla trasmissione Rai 3 Report.
Nel servizio si vede che il macinato di scarto – contenuto in capsule danneggiate, difettose o usate addirittura per i controlli interni quindi andrebbero assolutamente buttate -, lavorato tramite una serie di macchinari, finisce diluito nei pacchetti da 250 grammi. Gli scarti che prima venivano venduti a una azienda che produceva concime, ora invece vengono immessi, in forma nuova, di nuovo sul mercato.
Insomma, nello stabilimento di Gattinara non ci sarebbe alcun controllo riguardo al procedimento non corretto, per lo meno nei confronti di chi quel prodotto lo paga e lo consuma.
Pare che la famiglia Lavazza non sappia nulla.
Dice il dipendente. Al contrario dei sindacati, fa capire l’anonimo. Però, ai microfoni del giornalista, i tre segretari provinciali di Vercelli di CGIL CISL e Uil – dopo aver visto il video della linea di produzione – hanno dichiarato di non aver mai ricevuto segnalazione di produzioni non a norma da parte di nessuno.
Interpellata anche la Lavazza che però dribbla le domande dirette e si limita a rispondere circa la possibile contaminazione della miscela dopo una lunga esposizione all’aria, che, a detta loro, non avverrebbe giacché nei loro stabilimenti il tempo di esposizione sarebbe minimo e controllato, che non inficia, quindi, le proprietà organolettiche.
Restano però altri interrogativi. Uno tra questi: i consumatori non dovrebbero essere informati che nei loro pacchetti di caffè potrebbero esserci piccole quantità di miscele diverse quando acquistano il prodotto? Se vogliamo un decaffeinato dobbiamo essere certi che la bevanda che stiamo gustando sia senza caffeina, le etichette quindi dovrebbero riportare indicazioni ben precise. Il cliente dovrebbe sapere cosa beve.
E poi, dopo il servizio di Report, nello stabilimento di Gattinara cambierà qualcosa?
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Ardmando
10 Febbraio 2025 at 15:05
Ma quante ignobili CAZZATE. Report è una delle trasmissioni peggiori del desolato panorama televisivo italiano quello che hanno costruito è un servizio farsa basato su menzogne che mi auguro verranno seguite da una denuncia per diffamazione da parte di Lavazza. Andate a parlare con chi lavora nello stabilimento di Gattinara e vi renderete conto che il servizio è una colossale montatura, costruita a tavolino. Ignobile e vergognoso.