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Cronaca

Il nome del ministro Guido Crosetto usato per truffare alcuni imprenditori, aperta una indagine

Richieste per centinaia di migliaia di euro, fino ad arrivare anche ad un milione

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MILANO – La procura di Milano ha aperto una indagine per truffa aggravata dal danno di rilevante entità: è stata, infatti, scoperta in queste ore una maxi truffa a danno di vari imprenditori e messa a segno usando il nome del ministro della Difesa Guido Crosetto.

L’inchiesta, coordinata dal pm Giovanni Tarzia e dal procuratore Marcello Viola e condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo, è partita dalla denuncia di un imprenditore milanese. Come riporta Ansa, al momento agli atti c’è solo quella querela ma un’altra, pare, sia in arrivo e nel frattempo, anche attraverso i canali delle banche centrali, si sta cercando di congelare quei soldi già bonificati all’estero, tra Inghilterra, Olanda, Hong Kong e non solo.

Secondo quanto è stato ricostruito, anche dal ministro stesso, a professionisti e imprenditori noti e facoltosi – si parla di una decina di vittime – sarebbero stati chiesti dei soldi, richieste per centinaia di migliaia di euro, fino ad arrivare anche ad un milione, fatte a nome di Crosetto e a cui era facile abboccare poiché le chiamate provenivano da un numero plausibile. Probabilmente un numero clonato.

Tutto il denaro veniva richiesto sfruttando il recente caso di Cecilia Sala, serviva quindi per liberare giornalisti rapiti in Medio Oriente, in Iran o in Siria. Il loro modus operandi era sempre lo stesso: una prima chiamata dalla segreteria, seguita da quella del finto ministro con una voce camuffata e poi i contatti con presunti generali e collaboratori, fino all’invio di denaro da parte delle vittime ignare.

È lo stesso ministro Crosetto a ricostruire quanto accaduto in un lungo post, parole che servono anche per mettere in allarme altre potenziali vittime

Uso questo mezzo per dare pubblicità ad una grave truffa in corso. Un’assurda vicenda che inizia martedì con la chiamata di un amico, grande imprenditore, che mi chiede perché la mia segreteria avesse chiamato la sua per avere il suo cellulare. Gli dico che era assurdo, avendolo io, e che era impossibile. Verifico per sicurezza e mi confermano che nessuno lo ha cercato. Archivio la cosa.

Dopo un’ora mi dicono che c’è un noto imprenditore, che non conosco, che vorrebbe mettersi in contatto con me. Autorizzo a dargli il mio cellulare. Mi chiama e mi racconta di essere stato chiamato da me e poi da un generale e di aver fatto un bonifico molto elevato ad un conto. Gli dico che si tratta di una truffa ed avviso i carabinieri che vanno a casa sua e raccolgono la denuncia.

Mercoledì sera accade una cosa simile, sempre un grande imprenditore contattato da un sedicente funzionario del ministero della Difesa, Giovanni Montalbano, che chiedeva il cellulare del padre. Oggi è accaduto altre due volte: due grandi imprenditori contattati a nome mio. Di tutto sono informati magistratura e carabinieri ma preferisco rendere pubblici i fatti perché nessuno corra il rischio di cadere nella trappola.

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