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Torino rischia di perdere un pezzo di storia: l’ANAC senza una sede per i suoi cimeli

Luca Vercellin

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TORINO – La sezione torinese dell’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria (ANAC) si trova in una situazione di grave difficoltà, priva di una sede adeguata per conservare il proprio patrimonio storico. Senza una soluzione, preziosi cimeli rischiano di andare perduti, compromettendo la memoria della cavalleria italiana e della sua eredità culturale.

Un patrimonio storico a rischio

Fondata nel 1921 per tramandare i valori e la tradizione della Cavalleria, l’ANAC ha istituito la sezione di Torino nel 1943. Oggi, però, la sua sede è stata dichiarata inagibile, impedendo non solo le attività associative ma anche la tutela di documenti e oggetti di straordinaria importanza storica. Tra questi, una fotografia autografata del Capitano Francesco Baracca, celebre asso dell’aviazione italiana nella Prima Guerra Mondiale.

“La precarietà della struttura, con gravi problemi di umidità, mette seriamente a rischio la conservazione di questo patrimonio”, ha dichiarato il presidente della sezione torinese, l’ingegner Claudio Musumeci.

Torino, culla della cavalleria italiana

La città di Torino ha un profondo legame con la cavalleria, che affonda le sue radici nel XVII secolo con le unità a cavallo istituite dai Savoia. Inoltre, è la patria di Federico Caprilli, il cavaliere che rivoluzionò l’equitazione con il metodo naturale di cavalcata, influenzando il mondo intero.

“Oggi Torino rappresenta un simbolo di questa tradizione”, sottolinea Musumeci. “La nostra sezione custodisce cimeli, uniformi, medaglie e documenti di inestimabile valore per la memoria storica nazionale. È impensabile che una città con questo ruolo non trovi uno spazio idoneo per proteggere questi tesori.”

Un appello alle istituzioni

La richiesta di una nuova sede non è solo una necessità per l’ANAC, ma un appello alla città e alle istituzioni affinché si impegnino nella tutela di un’eredità storica che appartiene a tutti.

Musumeci ha espresso rammarico per la risposta ricevuta finora dal Comune, che si è limitato a fornire un elenco di immobili senza considerare l’importanza dell’associazione e dei reperti conservati. “Mentre altre realtà occupano immobili da decenni senza alcun intervento delle autorità, la nostra associazione, che ha sempre collaborato con le istituzioni per il bene della comunità, si trova ora senza un luogo adeguato per la propria missione.”

L’ANAC di Torino lancia quindi un appello per un supporto concreto: trovare una sede sicura per garantire la conservazione e la valorizzazione di un patrimonio che racconta una parte fondamentale della storia italiana.

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