Scienza e Tecnologia
La Scala Torino: cos’è e perché se ne parla adesso
Un altro asteroide ora mostra una probabilità di 1,2% (1 su 83) di colpire la Terra
TORINO – La scala Torino è un metodo di classificazione del pericolo di impatto associato agli oggetti di tipo NEO (near-Earth object), come asteroidi e comete.
Creata da Richard P. Binzel, professore del dipartimento di Scienze planetarie del Massachusetts Institute of Technology (MIT). La prima versione, chiamata “indice di pericolosità degli oggetti NEO”, è stata presentata durante una conferenza alle Nazioni Unite nel 1995.
Una versione modificata è stata poi presentata nel giugno 1999 nel corso di una conferenza internazionale svoltasi a Torino dedicata agli oggetti NEO. I partecipanti hanno approvato la nuova versione, e scelto di chiamarla “scala Torino”.
La scala Torino usa una scala di valori da 0 a 10. Un oggetto indicato con il numero 0 indica che questo ha una possibilità pressoché nulla di collisione con la Terra, o con effetti eventualmente comparabili a quelli assai comuni del normale pulviscolo spaziale, troppo piccolo per penetrare l’atmosfera e raggiungere intatto il terreno. Un valore di 10 indica una collisione certa, con effetti su larga scala tali da precipitare il pianeta in un disastro globale.
Il punteggio più alto mai assegnato della scala Torino è stato assegnato all’asteroide 99942 Apophis, che per quattro giorni ha avuto un punteggio di 4 alla fine del 2004.
La Scala Torino argomento di attualità
Un altro asteroide ora mostra una probabilità di 1,2% (1 su 83) di colpire la Terra. L’impatto è previsto per il 22 dicembre 2033 e come Apophis è osservato speciale. L’asteroide si chiama YR4, scoperto nel 2024, ha un diametro tra i 40 e i 100 metri. Se impatterà, cosa ancora da appurare, potrebbe causare un esplosione simile a quella avvenuta il 30 giugno 1908 in Siberia, a Tunguska, che ha provocato il più terribile impatto della storia moderna, con 80 milioni di alberi rasi al suolo in un’area di oltre 2.000 chilometri quadrati.
Gli esperti di ESA e NASA ritengono comunque che future osservazioni permetteranno di definirne meglio la traiettoria e molto probabilmente di ridurre il rischio di impatto con la Terra
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