Società
La scomparsa di Paola Schiavone insegna come un gruppo social può diventare famiglia
Perchè i social non sono solo spazio di odio e rancore, tutt’altro
TORINO – Ci troviamo spesso a raccontare episodi censurabili che avvengono sui social. Accuse, insulti, minacce, offese che a volte si trasformano in denunce e processi. Cronache che mostrano il lato peggiore dei social disegnandoli come spazi senza regole e dove riversare rabbia e frustazione. Come spesso accade però sui giornali finiscono le brutte notizie mentre quelle belle hanno meno spazio o quantomeno poco seguito. Così oggi vogliamo raccontarvi una piccola storia che mostra un lato diverso dei social.
Lo spunto è in realtà una notizia ben triste: la prematura scomparsa di Paola Schiavone, mancata nei giorni scorsi a 50 anni lasciando un figlio di 13 anni, una sorella gemella, un’altra sorella ed un fratello. Paola Schiavone era tra gli amministratori del gruppo Facebook “Noi di Torino che…“, un gruppo cresciuto negli anni fino a sfiorare i 60 mila componenti.
Noi di Torino che…
Noi di Torino che…, come tanti altri gruppi Facebook (ma forse un po’ più degli altri) è un luogo dove è possibile inserire foto della città, inserire eventi e appuntamenti, incontri, ma anche chiedere consigli, confrontarsi o cercare luoghi (o più semplicemente chiavi) perduti e dimenticati.
E’ insomma un gruppo che funziona, dove si è creata una comunità vera, coesa, viva. Una comunità dove le persone si conoscono veramente anche senza mai incontrarsi, non parlano con sconosciuti ma con altre persone con un volto ed una personalità, spesso con persone che negli anni sono diventati amici.
La scomparsa di Paola Schiavone
La morte di Paola Schiavone ha mostrato in maniera evidente quanto i componenti del gruppo abbiano davvero creato una comunità di persone e anime. Sono infatti decine i post in cui si ricorda Paola e sotto ogni post sono centinaia i commenti, i ricordi, le emozioni che raccontano la sua figura.
L’ultimo post di un’altra delle amministratrici, Chiara Ascheri, chiede di ricordare un’ultima volta Paola postando una foto di Torino o del Piemonte. Nel momento in cui scriviamo sono 343 le foto postate dai membri del gruppo, sempre corredate da pensieri, ricordi, emozioni…
La stessa Ascheri ha scritto nei giorni scorsi “ho letto in questi giorni tantissimi, milioni di commenti, di condoglianze di vicinanza alla nostra Paoletta Schiavone.
Questo è anche la parte bella del mondo virtuale.
Quanto affetto si possa ricevere anche solo virtualmente.
Paoletta ci ha insegnato, anche in questa occasione, come ci si può far voler bene e trasmettere emozioni e grandi sentimenti, anche senza conoscerci”.
E questo è il punto che ci piace sottolineare. “La parte bella del mondo virtuale”, perchè la rete e i social, ci piace sempre ricordarlo, sono uno strumento, uno spazio, che corrisponde al mondo reale. Non sono peggio e non sono meglio, sono semplicemente uno specchio. E la morte di Paola Schiavone ci ha ricordato che anche in questo specchio del mondo reale c’è tanta bellezza.
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Santina
26 Gennaio 2025 at 7:11
Come ê possibile provare un dolore e un vuoto così profondo per una persona che ho “conosciuto “ virtualmente? Non so ma questo è quello che sento!!!!