Politica
Il Procuratore apre l’anno giudiziario disegnando Torino come capitale dell’antagonismo
Al centro del sistema ci sarebbe Askatasuna
TORINO – All’inaugurazione dell’anno giudiziario a Torino (mentre i magistrati protestavano fuori dal palazzo di giustizia), il Procuratore Generale di Piemonte e Valle d’Aosta, Lucia Musti, ha offerto un quadro dettagliato e preoccupante sul fenomeno del movimento antagonista torinese. In particolare, ha posto l’accento sull’attività del centro sociale Askatasuna, descrivendolo come un esempio di “monopolio del circuito autonomia e contropotere” che da trent’anni domina il territorio.
Secondo Musti, il gruppo ha raggiunto un’egemonia a livello nazionale grazie a una strategia ben organizzata, capace di “intercettare le tensioni sociali” e di alimentarle attraverso un’apparente solidarietà, che nasconde una progettualità mirata ad aumentare il livello di conflittualità contro le Istituzioni. Il movimento, ha sottolineato, avrebbe assunto un ruolo di regia nella mobilitazione violenta in Val di Susa, nel contesto delle proteste No Tav, realizzando una struttura organizzativa complessa e capace di conquistare il consenso di una parte dell’opinione pubblica.
Torino, capitale dei centri sociali e dell’antagonismo
Il Procuratore ha inoltre tracciato un profilo della città di Torino, definendola “capitale dei centri sociali e degli anarco-insurrezionalisti”. Una definizione che riflette il ruolo centrale del capoluogo piemontese nell’attrarre e coordinare forze antagoniste provenienti da tutto il Paese. Grazie a una rete capillare, che fa leva anche sull’uso dei social media, i gruppi antagonisti torinesi dimostrano una straordinaria capacità di mobilitazione e reclutamento, estendendo la loro influenza ben oltre i confini regionali.
Uno degli aspetti più critici sottolineati da Musti riguarda il coinvolgimento di giovani e giovanissimi nelle attività del movimento. “Torino è tristemente nota per la pericolosa capacità di attrarre soggetti di minore età, reclutati e istruiti, i quali partecipano concretamente alle manifestazioni”, ha dichiarato. Un fenomeno che non solo espone i minori a rischi significativi, ma che rafforza la capacità del movimento di perpetuare la propria presenza e azione nel tempo.
La connessione con il movimento No Tav
Un altro punto nevralgico è il rapporto tra il movimento antagonista e i cittadini che, pacificamente, manifestano il proprio dissenso nei confronti di grandi opere come la TAV in Val di Susa. Secondo il Procuratore, questa connessione rappresenta un fattore cruciale: il movimento antagonista si infiltra e si sovrappone a gruppi di cittadini animati da intenzioni pacifiche, trasformando proteste legittime in occasione di scontri violenti.
Un pericoloso fenomeno di “eversione di piazza”
L’analisi del Procuratore Generale si conclude con una riflessione sull’“eversione di piazza”, un fenomeno che Lucia Musti definisce come “sconvolgimento e rovesciamento dello stato delle cose”. Un concetto che fotografa la capacità di tali movimenti di generare instabilità sociale e mettere in discussione l’ordine pubblico attraverso l’organizzazione di cortei violenti e altre condotte antigiuridiche.
Il distretto del Piemonte e Valle d’Aosta, ha ricordato il Procuratore, si distingue infatti per eventi critici che vedono Torino come protagonista, con modalità che si connotano per gravità e singolarità. Una realtà che richiede un’attenta riflessione e interventi mirati per contrastare l’eversione e tutelare i diritti di chi manifesta pacificamente.
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Lordmax
25 Gennaio 2025 at 13:41
vedo solo elementi positivi in quello che ha detto il procuratore.
significa che a Torino c’è ancora qualcuno in grado di riconoscere le storture del sistema attuale.
invece di piagnucolare potrebbe darsi da fare e fare il suo lavoro affinché queste proteste non siano più necessarie
Ardmando
25 Gennaio 2025 at 18:07
Torino capitale del comunismo, della feccia peggiore della società e la riprova è il continuare a consentire l’esistenza di un covo di spazzatura sociale come questo. Scarti della società, diretta e fetida emanazione dei partiti-setta di sinistra, che occupano abusivamente edifici pubblici e privati, consumando milioni in risorse pubbliche non pagate e in combutta con gruppi eversivi e di terrorismo rosso come i criminali no-tav. Occorre impiegare l’Esercito per sgombrare e abbattere questi luoghi di degrado sociale e covi di terrorismo e caos. E’ inammissibile che 2025 la Legge e le Forze dell’Ordine continuino ad ignorare queste discariche sociali senza sgombrare e disperdere i reietti che le occupano.