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I magistrati di Torino protestano contro la riforma Nordio

Una manifestazione che segna l’apertura dell’anno giudiziario, con la ferma opposizione alla separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri

Alessia Serlenga

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TORINO – L’anno giudiziario a Torino è iniziato con un forte messaggio di protesta, simbolo di un’opposizione consolidata contro la riforma costituzionale proposta sulla separazione delle carriere dei magistrati. Circa cinquanta magistrati, guidati dal presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) territoriale, Mario Bendoni, hanno manifestato davanti al Palazzo di Giustizia, indossando coccarde tricolori sulle loro toghe e sventolando l’estratto della Costituzione.

La manifestazione non è stata solo un segno di dissenso, ma anche un richiamo alla memoria e ai valori fondanti della Repubblica. L’ingresso del Palazzo di Giustizia è stato abbellito da citazioni del giurista Piero Calamandrei, una delle quali ha colpito nel segno: «In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato. Questa non è una carta morta, è un testamento, un testamento di centomila morti». Le parole di Calamandrei, che sottolineano l’importanza della Costituzione come baluardo di libertà e dignità, hanno risuonato come un monito contro l’idea di una riforma che, a parere dei magistrati, potrebbe compromettere l’autonomia e l’efficacia del sistema giudiziario.

All’iniziativa si è unito anche Modestino Villani, presidente del tribunale di Torino, a conferma della solidarietà che attraversa l’intero corpo giudiziario. La riforma della separazione delle carriere, che prevede una netta distinzione tra giudici e pubblici ministeri, è vista come una minaccia alla coesione e all’unità della magistratura, con il rischio di creare divisioni che potrebbero compromettere l’imparzialità e la funzionalità della giustizia.

 

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1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    25 Gennaio 2025 at 18:14

    La magistratura rossa trema al pensiero di perdere il proprio potere. Ma la festa è finita. Avanti con la riforma.

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