Cronaca
Sciopero alla Barry Callebaut di Intra, oggi l’incontro al Grattacielo Piemonte
I sindacati hanno proclamato uno sciopero di otto ore
INTRA – Si terrà oggi al Grattacielo Piemonte di Torino il nuovo incontro tra azienda, sindacati e regione sul futuro dello stabilimento Barry Callebaut di Intra, Verbania.
A settembre era arrivato a sorpresa l’annuncio da parte della Barry Callebaut della chiusura dello stabilimento di Intra, dove lavorano 105 persone a tempo indeterminato, 30 con contratti a termine a cui bisogna aggiungere una trentina di addetti nelle diverse imprese dell’indotto. Sono seguiti scioperi e vertici in Regione.
La multinazionale svizzera del cioccolato, più di un mese fa, ha accolto le richieste del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dando la disponibilità a mantenere invariati i livelli di produzione fino al 31 marzo 2025, per poi diminuirli gradualmente fino al 30 giugno, giorno della chiusura definitiva, offrendo così più tempo per la ricerca di un nuovo acquirente.
Allora la società si è detta anche disponibile a prolungare i tempi fino al 31 agosto, nel caso in cui si presentasse un nuovo acquirente, per favorire i processi di reindustrializzazione. Nel giro di qualche mese, quindi, bisognerà trovare un nuovo compratore per lo stabilimento.
Al vertice, tenutosi al Grattacielo della Regione a Torino, avevano partecipato i rappresentanti della multinazionale svizzera, la vicepresidente e assessora regionale al lavoro Elena Chiorino, il sindaco di Verbania Giandomenico Albertella, i sindacati e i rappresentanti dei lavoratori, e la società incaricata di trovare eventuali acquirenti del sito produttivo, di proprietà dello stesso gruppo elvetico.
E mentre si attendono i risultati dell’incontro di oggi, i sindacati hanno proclamato uno sciopero di otto ore a Intra per protestare anche contro quella che viene sentita come una presa in giro nei confronti dei cento dipendenti rimasti.
Ovvero, come riporta Rai News, l’annunciato di arrivo di tre nuovi rinforzi, cioè tre lavoratori interinali, per garantire i volumi di produzione attualmente richiesti. D’altronde è stato lo stesso gruppo con sede a Zurigo a specificare che la chiusura è stata decisa non per la mancanza di ordini, ma per le difficoltà logistiche del posto.
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