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Cronaca

Piazza San Carlo, chiesti 16 mesi per Chiara Appendino nel processo d’appello bis

La prima condanna, che dovrà essere ricalcolata, è stata di 18 mesi

Gabriele Farina

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TORINO – Si è aperto il processo d’appello bis per Chiara Appendino, ex sindaca di Torino, con la richiesta da parte della procura generale di una pena ridotta a un anno, quattro mesi e dieci giorni. La vicenda riguarda i tragici fatti di piazza San Carlo del 3 giugno 2017, durante la proiezione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid.

Il nuovo procedimento è stato disposto dalla Corte di Cassazione, che ha confermato la responsabilità penale di Appendino dichiarandola “irrevocabile”. La Suprema Corte ha tuttavia stabilito che la pena iniziale, fissata in 18 mesi al termine del primo grado di giudizio, fosse ricalcolata al ribasso.

Il tragico bilancio di quella sera

La sera del 3 giugno 2017, piazza San Carlo era gremita di tifosi accorsi per seguire la partita trasmessa su un maxi schermo. La festa si trasformò in tragedia quando, a seguito dell’uso di spray al peperoncino tra la folla, scoppiò un’ondata di panico. Nel fuggi fuggi generale, oltre 1.600 persone rimasero ferite e due donne persero la vita: Erika Pioletti e Marisa Amato, entrambe decedute in seguito alle gravi lesioni riportate.

Una vicenda giudiziaria complessa

Chiara Appendino, all’epoca sindaca della città, è stata ritenuta penalmente responsabile per la gestione dell’evento e per le carenze organizzative che hanno contribuito al caos. Il primo grado di giudizio aveva già sancito una condanna, ora rivista nei termini della durata della pena, ma non nella sostanza.

Il processo continua a suscitare ampio dibattito, sia per la tragicità dei fatti sia per le responsabilità amministrative legate alla gestione di grandi eventi pubblici. La riduzione della pena proposta dalla procura generale potrebbe segnare un nuovo capitolo, ma non porrà fine alle polemiche su una vicenda che ha lasciato una profonda cicatrice nella memoria della città.

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1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    20 Gennaio 2025 at 15:14

    Non esistono amministrazioni pubbliche che siano state in mano a personaggi appartenenti alla setta a 5 stelle che non abbiano sofferto per malagestione. Giusta condanna anche se tardiva.

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