Ambiente
Sulla mobilità Torino ha tanto – ma proprio tanto – da imparare da Bologna
Ce la fanno tutte le città, perché noi no?
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TORINO – Il capoluogo piemontese si sta distinguendo sempre di più per aria inquinata, traffico impietoso e trasporto pubblico carente.
Tuttavia, altre città – e non solo all’estero – stanno facendo passi da gigante per ovviare a tutti e tre questi problemi contemporaneamente.
Nel 2024 la città di Bologna, ad esempio, ha deciso di rendere l’intera rete stradale del comune una Zona 30 km/h. Non sono mancate, ovviamente, le polemiche.
Soprattutto di Salvini, che ha definito la norma “utile solo a sentire il canto degli uccellini”(norma prevista nelle linee guida del ministero che lui dirige, ndr).
Ma il tempo stabilisce sempre chi sta dalla ragione e chi da quella del torto.
E così, tra un ministro dei trasporti impegnato ad aumentare i limiti di potenza per i neopatentati, e un comune che prova a diminuire le vittime della strada, a vincere è Bologna.
E con lei, i cittadini che hanno evitato di essere mandati al creatore per qualche chilometro orario di troppo.
Sì, perché nel capoluogo emiliano gli incidenti sono diminuiti del 13,1% rispetto alla media del biennio precedente, con 371 sinistri in meno.
Per la prima volta dal 1991 non si sono registrate vittime tra i pedoni, con una riduzione del 16% degli investimenti.
Parallelamente, si è osservato un decremento del 5% nel traffico veicolare che ha reso possibile la diminuzione del 29% dell’inquinamento derivante dal traffico.
Questi cambiamenti hanno favorito un aumento del 10% degli spostamenti in bicicletta, con 1,58 milioni di passaggi registrati, e una crescita significativa nell’utilizzo del bike sharing (+69%) e del car sharing (+44%).
Con una semplice mossa, quella di limitare la velocità consentita, si è diminuito il traffico, l’inquinamento e il numero di vittime.
E Torino?
Ovviamente fanalino di coda. Non solo per la qualità dell’aria, su cui va steso un velo pietoso, ma un traffico impressionante: siamo nella top ten delle città più congestionate d’Europa, ma abbiamo una popolazione molto più bassa del resto della classifica.
Ormai sappiamo che i torinesi utilizzano l’auto per qualsiasi cosa – anche e soprattutto quando non c’è n’é veramente bisogno – la utilizzano pure male: il tasso di pedoni morti per investimento è superiore alla media nazionale, e il tasso di incidenti stradali è in crescita.
Bologna è solo l’ultima delle tante città che hanno dimostrato che limitare le auto e la loro circolazione comporta un benessere collettivo importante.
Se vogliamo andare oltre i confini nazionali, potremmo prendere come esempio Parigi, che in soli 17 anni ha letteralmente dimezzato i livelli di inquinamento.
Livelli di inquinamento a Parigi dal 2007 ad oggi. Fonte: UrbanPills
Rimaniamo all’attesa – sempre più impaziente – di misure coraggiose per risolvere un problema che affligge Torino da decenni, e che nessun colore politico sembra veramente interessato a risolvere.
Le fonti dati di questo articolo sono AlVolante e IlPost.
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Ardmando
18 Gennaio 2025 at 18:23
30 Km/h è un limite ridicolo che solo una città ridicola come Bologna poteva adottare. D’altra parte da una amministrazione comunista non può venire nulla di buono. Pagliacci.
Cesare Casamassima
19 Gennaio 2025 at 10:27
Cosa c’entra Marx e il comunismo con Bologna e la sicurezza stradale? Questo commento dà l’idea del livello culturale di tanti italiani e del perché restiamo sempre indietro rispetto al resto d’Europa. Complimenti al sindaco di Bologna che dimostra una visione europea e moderna.
Cesare Casamassima
19 Gennaio 2025 at 10:34
Cosa c’entra Marx e il comunismo con la sicurezza stradale? Il livello culturale di tanti italiani lo si capisce da questo tipo di commenti ed è la ragione per cui siamo sempre molto indietro in Europa. Complimenti al sindaco di Bologna che ha dimostrato una visione moderna ed europea della mobilità.
Lodovico
21 Gennaio 2025 at 0:29
I dati riferiti dovrebbero essere verificati perché sembrano manipolati per sostenere un’ideologia. E’impossibile che diminuisca l’inquinamento con un limite di velocità che prolunga il tempo di permanenza delle auto in circolazione e aumenta il numero di giri del motore e il numero delle frenate.