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Politica

“Consigliere casalinghe”: Viale ha replicato alle accuse di sessismo dicendo “non credo di dovere delle scuse”

Il consigliere dei Radicali +Europa dice di essere stato frainteso dai media e che ha usato la parola “casalinghe” per essere efficace nel dibattito, ma nella nota usa altri stereotipi

Sandro Marotta

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TORINO – “Non credo di dovere delle scuse alle due consigliere”: replica così il Consigliere del Comune di Torino Silvio Viale alle accuse di misoginia che gli sono state mosse nei giorni scorsi dopo aver detto in una seduta del Consiglio “tornate a fare le casalinghe” a due colleghe.

Viale ha detto in questa seduta (minuto 3:05:45): “Se l’aspetto dell’antipatia personale prevale su quello politico avete sbagliato lavoro, tornate nei vostri quartieri a fare le casalinghe”.

La replica del Consigliere dei Radicali +Europa inizia con un’accusa ai giornali e alle tv:

i media mi hanno attribuito intenzioni e posizioni mai espresse” – scrive Viale su Facebook – “in un momento di polemica e di battibecco politico, rivolgendomi a due colleghe, ho usato provocatoriamente la parola “casalinghe”

Aggiunge poi:

Avrei potuto usare la parola “perpetue” o limitarmi a dire “tornate nei vostri quartieri a lavorare”, ma non avrebbe avuto la stessa verve polemica. Avrei, però, abdicato ad un principio sostanziale di parità di genere, per il quale tendo a polemizzare allo stesso modo con maschi e femmine. Cosa avrei detto a due consiglieri comunali maschi? Forse li avrei mandati a spalare … Certamente non “a fare i casalinghi”. O forse sì, se mi fosse venuto in mente.

Viale insomma non si accorge di aver fatto ricorso a uno stereotipo che attribuisce alla donna che lavora in casa qualità di empatia e cura, come se fossero nella natura stessa del genere femminile.

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