Cultura
Quando la Gioconda passò per la stazione di Torino Porta Nuova
All’interno della preziosa valigetta è custodito il ritratto di ‘Mona Lisa’ di Leonardo Da Vinci
TORINO – Era la notte del 30 dicembre 1913, quando alla stazione di Torino Porta Nuova, un treno proveniente da Milano entra lento in stazione.
Appoggiata sul sedile in velluto del convoglio di prima classe, una valigetta di legno dipinta di giallo. Nello stesso scompartimento sono seduti anche Ettore Modigliani, direttore della Pinacoteca milanese di Brera e Paul Leprieur, curatore della pittura del Museo del Louvre di Parigi.
All’interno della preziosa valigetta è custodito il ritratto di ‘Mona Lisa’ di Leonardo Da Vinci. Il quadro più famoso del mondo stava tornando in Francia dopo il suo celebre furto.
Modigliani e Leprieur scendono dal convoglio, ad attenderli c’è un altro treno con destinazione Modane per portare Monna Lisa a Parigi.
La Gioconda, il celebre dipinto di Leonardo da Vinci, torna a Parigi dopo un lungo periodo di assenza. Nel 1911, viene rubata da Vincenzo Peruggia, un italiano che credeva che il quadro fosse stato sottratto illegalmente all’Italia da Napoleone. In realtà, il dipinto era stato ceduto da Leonardo al re di Francia nel 1516.
Peruggia conserva il dipinto sotto il letto per due anni e successivamente tenta di venderlo a un antiquario fiorentino, che lo denuncia.
La Gioconda viene così restituita a Parigi, con soste in altre città italiane, ma non viene esposta a Torino, nonostante le aspettative del presidente del Consiglio italiano, Giovanni Giolitti.
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