Salute
Motocross dentro gli ospedali: la mototerapia partita da Torino diventa legge, ma ancora mancano le linee guida e restano le critiche
Ideata dal motociclista Vanni Oddera, la pratica è stata studiata al Regina Margherita, ma sulla validità dell’articolo scientifico ci sono dei dubbi. Vediamo quali
TORINO – É diventata legge ed è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la norma che consente alle strutture sanitarie di organizzare progetti di mototerapia, ovvero quella pratica che porta le moto all’interno di alcune sezioni degli ospedali per farle provare ai pazienti o semplicemente per fare qalche esibizione. Si tratta di un intervento studiato scientificamente per la prima volta a Torino, i cui effetti sui pazienti però non sono ancora né definitivi né concordi. Per vedere regolamentata definitivamente la mototerapia però servirà ancora tempo, perchè nei prossimi 6 mesi devono essere stese le linee guida.
Di cosa si tratta
La mototerapia, anche detta FMX Therapy, è una pratica ideata dal campione di motocross Vanni Oddera. La prima esibizione risale al 2014 con il nome di “Freestyle hospital”; in breve, Oddera è salito in sella alla sua moto e ha percorso alcune corsie del reparto di Emato-Oncologia del Gaslini di Genova, mentre i pazienti assistevano.
Nell’aprile del 2020, in pieno lockdown, Oddera ha iniziato a proporre agli ospedali un progetto chiamato “Mototerapia Take-away”, per portare le moto direttamente a casa delle persone con disabilità.
Lo studio sui pazienti del Regina Margherita di Torino
La pratica ha iniziato a far discutere e nello stesso tempo ad diffondersi in altri ospedali; tra il 2019 e il 2020 nell’ospedale Regina Margherita di Torino è stato avviato uno studio (pubblicato qui) sull’efficacia della mototerapia; il team di ricerca (in cui figura anche il motociclista Oddera) ha selezionato un campione di 50 pazienti con tumore e ha sottoposto loro due questionari: uno da compilare prima di assistere o partecipare all’esibizione delle moto, un altro dopo. Dai dati è emerso che i pazienti dopo lo show di motocross avevano meno livelli di stress e una minore percezione del dolore. Gli autori stessi però sottolineavano come tutte le “esperienze insolite, adrenaliniche e dinamiche che fanno sentire i pazienti più forti e più abili”.
Lo studio inoltre specificava:
“i risultati devono essere confermati da ulteriori studi con un campione più ampio di pazienti, possibilmente appartenenti a centri diversi per poter assegnare i soggetti ai gruppi di trattamento e di controllo in modo casuale”
Le critiche
Il disegno di legge è stato presentato dall’onorevole Panizzut (Lega) e approvato il 21 novembre. Prima però è stato discusso, ricevendo diverse critiche. Elena Cattaneo (scienziata farmacologa i cui lavori sono stati pubblicati sulla rivista “Science”) ha detto che “le prove a sostegno della mototerapia sono uguali a zero”. Cattaneo ha criticato anche la rivista su cui è stato pubblicato lo studio, cioè l’European Journal of Integrative Medicine, sostenendo che non abbia rilevanza nel settore scientifico.
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