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Ambiente

Brigitte Bardot scriverà la prefazione dell’edizione francese di “75 Kg di felicità”

Il fumetto che racconta l’incontro tra il veterinario Massimo Vacchetta e la riccia Ninna, che fece nascere il centro recupero ricci di Novello

Gabriele Farina

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NOVELLO – A otto anni di distanza dalla pubblicazione del best-seller mondiale “25 grammi di felicità” (Sperling & Kupfer), libro tradotto in 15 lingue che ha consacrato il veterinario Massimo Vacchetta tra i più grandi autori di libri dedicati agli animali, è stato pubblicato “75 Kg di felicità”, un fumetto che racconta apparentemente la stessa storia, ma in realtà ne capovolge la prospettiva: l’incontro con il piccolo riccio “Ninna”, che ha cambiato la vita al veterinario piemontese, viene raccontata infatti non più dal punto di vista dell’autore, ma da quello della piccola riccia di soli 25 grammi.

Ad oggi, l’edizione italiana del fumetto “75 kg di felicità. Come un grande veterinario può salvarti la vita” (Il Pennino, novembre 2024), completamente illustrato dalla mirabile penna dell’artista Roberta Morucci, è già stato inviato a oltre 1.500 sostenitori, a fronte di una donazione simbolica pari o maggiore a 25 euro, in quanto il prezzo di copertina è di 20.

Qualche giorno fa, una volontaria molto affezionata al “Centro Recupero Ricci La Ninna”, Florence Marchal, ha pensato di omaggiare la grande attrice francese Brigitte Bardot dell’edizione italiana del fumetto e, con grande stupore, ha ricevuto immediatamente una risposta da quest’ultima, nota non solo per essere una leggendaria e amatissima attrice, ma anche per il suo amore per gli animali, che la portò ad abbandonare la sua carriera precocemente per dedicarsi a loro.


Queste le parole della lettera di Brigitte Bardot:

“Natale 2024.
Cari voi tutti, Florence, Massimo e tutti quanti!
Ho adorato questo magnifico fumetto, omaggio a Ninna. Vi scriverò una prefazione perché ho una passione per i ricci, ho anche fatto un piccolo disegno sul retro di questo foglio. Lasciatemi solo il tempo di riprendere il fiato e di scrivere il mio piccolo testo. Sono sopraffatta dal tanto lavoro, ma la Ninna è prioritaria. Siccome parlo un po’ l’italiano, che ho imparato prima del francese, quando avevo quattro anni, sono riuscita a leggere interamente questo bello e tenero libro d’amore. Baci, baci, Brigitte Bardot”

L’edizione italiana del fumetto ha già avuto la benedizione del chitarrista dei Queen, Brian May, grande amante dei ricci e fondatore, in Inghilterra, del Centro di Recupero “The Amazing Grace”, che ha inserito la sua dedica tra le pagine del libro e del grande disegnatore Bruno Bozzetto, che ha scritto la prefazione dedicandovi una suo preziosa ed emozionante illustrazione.

La finalità del fumetto

Un antico proverbio, che recita ’l’ingegno di necessità fa virtù’, sembra sposarsi a pennello con le idee del dottore dei ricci che, non godendo di alcun finanziamento statale per il suo “Centro Recupero Ricci La Ninna”, primo ospedale in Europa dedicato a questa specie, deve inventarsene una ogni giorno.

Il numero crescente di animali sempre più in difficoltà che bussano alla porta del dottor Vacchetta, a causa dell’aggravarsi della crisi ambientale e climatica, spinge la capacità operativa della Ninna fino al suo limite estremo dato che allo stato attuale vengono curati nella clinica oltre quattrocento esemplari ogni anno.

Mediamente soggiornano al centro circa duecento ricci, di cui la maggior parte in temporanea degenza, altri in riabilitazione e alcuni disabili in ricovero permanente nei recinti esterni perché non più adatti a vivere in natura.

Il progetto ambizioso ma necessario, che verrà finanziato grazie alla generosità delle persone (a tal proposito ricordiamo che il libro – che dal punto di vista figurativo è un’opera dir poco magnifica – verrà omaggiato a tutti coloro che faranno un’offerta pari o superiore ai 25 euro – in quanto il prezzo del libro è di 20 – al Centro Recupero Ricci La Ninna) prevede ben quattro iniziative:

Ampliare il personale specializzato per poter curare in maniera sempre più professionale ed efficace i delicati e piccoli pazienti. Il Centro attualmente può contare sull’opera di una veterinaria, due tecniche veterinarie e tre collaboratori a tempo pieno.

Incrementare il numero di volontari attraverso l’acquisto di un piccolo alloggio nei pressi del Centro.

Ristrutturare una casetta attigua alla struttura principale per adibirla a Pronto Soccorso, con l’allestimento di una sala operatoria, un laboratorio, una sala diagnostica e due sale per la degenza.

Costruire nuovi recinti esterni per poter accogliere più pazienti in convalescenza e i ricci disabili.

Per poter realizzare questo lodevole intento, come precedentemente detto, il dott. Vacchetta coglie l’occasione offerta da una volontaria, Roberta Morucci, brava disegnatrice e appassionata di ricci, che gli propone di creare un libro a fumetti per rivisitare la storia del suo primo libro ’25 grammi di felicità’, in chiave umoristica. La storia, raccontata dal riccio, in una divertente e anche commovente “narrazione capovolta”, è impreziosita da scene tragicomiche e spunti di riflessione sul rapporto tra uomo e natura.

Il Centro Recupero Ricci La Ninna

Il Centro Ricci “La Ninna” nasce nel 2014: il dott. Massimo Vacchetta, veterinario esperto in buiatria, che sta attraversando un momento esistenziale complicato, si “innamora” di un piccolo riccio orfano di 25 grammi (salvandolo da una morte quasi certa), mentre lavora nell’ambulatorio di un collega e decide di cambiare vita dedicandosi totalmente a questa specie.

Nasce così questa realtà che, ad oggi, ospita circa 400 ricci all’anno, alcuni resi disabili dall’attività dell’uomo (investimenti, ferite da decespugliatori e dai tosaerba robotizzati), altri recuperati in condizioni difficili a causa delle conseguenze del cambiamento climatico (impossibilità di andare in letargo, mancanza di prede per l’utilizzo massiccio di prodotti chimici in agricoltura, nei nostri orti e nei giardini). La sua esperienza è stata descritta nel suo primo libro “25 grammi di felicità” (Sperling & Kupfer, 2019) best-seller internazionale che è stato già tradotto in 15 lingue, e in altri tre libri: “Cuore di riccio” (Sperling & Kupfer, 2019), “Ninna, il piccolo riccio con un grande cuore” (Piemme, 2019), “Raccontami qualcosa di bello” (Sperling & Kupfer, 2021). Del primo volume pubblicato, sono già stati presi accordi per una sua trasposizione in film d’animazione.

I ricci

I ricci sono animali considerati sentinella dello stato di salute di un ecosistema, in quanto a stretto contatto con il suolo, territoriali e insettivori. Il rapido declino di questa specie che, nella sua forma attuale, vive sul pianeta da circa 15 milioni di anni è sintomatico del grado di devastazione che la razza umana sta causando al pianeta. I ricci hanno subìto un calo numerico di ben il 70% in Europa, in soli 20 anni. I dati rilevati in Inghilterra sono ancora più impressionanti; secondo una stima fatta dagli anni settanta ad oggi, gli esemplari presenti sul territorio sarebbero scesi da 30 milioni a meno di ottocentomila. Il riccio, alla luce di queste considerazioni, è quindi una specie a serio rischio d’estinzione.

La collaborazione con l’Università di Torino

Per documentare i numeri di questa emergenza, il Centro Ricci “La Ninna” di Novello (Cuneo) ha avviato, nel 2023, una collaborazione con il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino (DSV) per indagare le cause di ricovero e morte dei ricci. In breve tempo, altri cinque atenei in Europa, tra cui uno svizzero e uno olandese, hanno aderito al progetto, mostrando un forte interesse da parte dei ricercatori.

Il progetto, coordinato dalla professoressa Maria Teresa Capucchio, prenderà in considerazione i ricci ricoverati e deceduti presso il Centro Animali Non Convenzionali (C.A.N.C.) del DSV e quelli del Centro Recupero Ricci “La Ninna” e cercherà di mettere a punto i parametri del profilo metabolico ematico di questi piccoli mammiferi indagando gli agenti infettivi e parassitari che possono essere veicolati e potenzialmente pericolosi per i ricci e l’ambiente. Si cercherà, inoltre, di capire se, a seguito di periodi di ospedalizzazione di almeno 10-15 giorni, i ricci possono sviluppare resistenza agli antibiotici o modificare il proprio microbiota intestinale.

Un totale di 160 ricci è stato sinora incluso nello studio e i dati preliminari considerano i traumi, la debilitazione e le malattie infettive come le principali ragioni di ricovero. L’attività dell’uomo impatta fortemente sulla mortalità dei ricci a causa di investimenti stradali e avvelenamenti da pesticidi. Il cambiamento climatico e la distruzione dell’habitat di questi piccoli mammiferi costituisce un altro importante problema: la mancanza delle prede di cui solitamente si cibano li spinge a nutrirsi di prede inconsuete, spesso ospiti di parassiti potenzialmente letali.

Il prossimo passo sarà quello di trasformare il Centro Ricci “La Ninna” nel primo ospedale e Centro di Ricerca totalmente dedicato a questi piccoli mammiferi. E questo sarà possibile solo grazie alle donazioni dei privati, oggi supportate anche dalla pubblicazione del nuovo libro a fumetti.

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