Ambiente
Un nuovo termovalorizzatore potrebbe nascere a Torino, Asti o Ghemme
Lotta a tre per il futuro della gestione dei rifiuti in Piemonte
TORINO – Lotta a tre per il futuro della gestione dei rifiuti in Piemonte. Asti e Ghemme si candidano ufficialmente a ospitare un nuovo termovalorizzatore, sfidando Torino, che invece propone l’ampliamento dell’impianto già esistente al Gerbido con la costruzione di una quarta linea.
Le proposte di Asti e Ghemme
Asti mira a realizzare un nuovo impianto nella zona industriale della frazione Quarto, situata nella periferia est della città. Un’area strategica per infrastrutture e accessibilità, che rafforza la candidatura del capoluogo astigiano.
Ghemme, dal canto suo, ha sorpreso tutti con una proposta last minute presentata il 31 dicembre. Anche in questo caso, la zona industriale è stata individuata come luogo ideale per il progetto. Entrambe le città puntano a costruire da zero un impianto in grado di bruciare fino a 250 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati in più all’anno, contribuendo all’obiettivo regionale di abbandonare le discariche entro il 2035, in linea con l’ultima normativa regionale.
Torino e il Gerbido: il vantaggio dell’esperienza
Dall’altra parte, Torino gioca la carta dell’esperienza. L’impianto del Gerbido, gestito dalla società TRM sotto il controllo di Iren, è riconosciuto come un modello di eccellenza per efficienza e rispetto ambientale. L’ipotesi di una quarta linea è già inserita nel piano industriale di Iren, e si presenta come una soluzione più immediata e competitiva rispetto alla costruzione di un nuovo termovalorizzatore.
Con un bilancio 2023 che ha fruttato dividendi per 36,7 milioni di euro agli azionisti, TRM rappresenta un esempio virtuoso non solo in termini ambientali, ma anche economici. L’ampliamento del Gerbido consentirebbe di aumentare la capacità di trattamento senza affrontare le complessità legate alla realizzazione di un nuovo impianto.
Il ruolo dell’autorità regionale dei rifiuti
La questione del nuovo termovalorizzatore è stata posta ufficialmente dall’autorità regionale dei rifiuti lo scorso ottobre, coinvolgendo comuni e consorzi nella ricerca della soluzione migliore per la gestione dell’indifferenziata. Ora, la decisione su quale progetto portare avanti avrà un impatto significativo non solo sull’efficienza del sistema, ma anche sulle economie locali.
Un impianto, molte implicazioni
Il nuovo termovalorizzatore rappresenta un’opportunità di crescita economica per chi lo gestirà e per i territori coinvolti, grazie alle ricadute occupazionali e finanziarie. La scelta tra costruire un impianto ex novo o ampliare quello esistente al Gerbido sarà centrale per il futuro della gestione dei rifiuti in Piemonte e per il rispetto degli obiettivi ambientali fissati dalla Regione.
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io
4 Gennaio 2025 at 10:31
E intanto si blocca il traffico per le polveri pm10…