Cittadini
Sit-in davanti alla Prefettura di Torino per chiedere la liberazione di Cecilia Sala
“Sappiamo che il governo italiano ha chiesto di non manifestare, noi invece disobbediamo, manifestiamo”
TORINO – Un sit-in con qualche decina di persone, esponenti politici e consiglieri comunali di Torino, si è svolto questa mattina davanti alla Prefettura per chiedere al governo di “intervenire con la massima urgenza per la liberazione della giornalista Cecilia Sala, detenuta in Iran”.
Ad organizzare il sit-in è Associazione Marco Pannella, Associazione Adelaide Aglietta, Europa Radicale, Italia Liberale e Popolare, +Europa Torino, studenti ed esponenti della campagna Donna Vita Libertà , Associazione Liberi Russi.
Ma “ci sono rappresentanti di varia provenienza politica. E faccio tutti gli auguri al ministro Tajani perché abbia successo: l’iniziativa diplomatica deve essere forte e non soltanto italiana, ma dell’Europa, al livello più ampio possibile” – dichiara il consigliere Silvio Viale.
“Sappiamo che il governo italiano ha chiesto di non manifestare, noi invece disobbediamo, manifestiamo – dichiara Igor Boni (Europa Radicale) – perché crediamo che quando viene data la notizia che da una settimana una nostra giornalista di un paese democratico che fa informazione viene arrestata senza capo di accusa in un paese dittatoriale come l’Iran l’ultima cosa da fare è stare in silenzio. Non siamo qui contro il governo italiano, ma gli chiediamo di fare l’impossibile”.
“Siamo in piazza per Cecilia Sala – aggiunge Igor Boni – ma abbiamo già manifestato tantissime volte contro il regime teocratico assassino dell’Iran. L’abbiamo fatto per il medico e ricercatore iraniano-svedese Ahmadreza Djalali, che ha lavorato all’Università del Piemonte orientale e che, tornato in Iran, è stato arrestato, accusato di spionaggio e condannato a morte. E’ nello stesso carcere dove oggi c’è Cecilia Sala e ci sono dissidenti iraniani e non che lottano contro il regime”.
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Vito Parcher
30 Dicembre 2024 at 10:53
E quindi cosa dovremmo fare? Andare in Iran con i carri armati per far valere le nostre ragioni?? In questi casi si possono ottenere risultati solo con la diplomazia silenziosa “underground” e non con le piazzate dei centri sociali e sinistraglia varia. Ma si sa che per questi tutto e’ occasione buona per manifestare contro il governo.